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Narni all'avanguardia nazionale per l'agroenergia: progetto con Legambiente e Alleanza per il clima

“Le agrienergie possono offrire un contributo significativo a ridurre la dipendenza dal petrolio, mitigare i cambiamenti climatici e contribuire ad aumentare l'autonomia energetica dei nostri territori“ è quanto dichiarato da Alfonso Morelli, assessore all'ambiente del comune di Narni in occasione della conferenza stampa convocata per presentare il piano di lavoro del comune sulle agroenergie. “Fondamentale garantire un rapporto ecologicamente corretto – ha continuato l'assessore – tra produzione e prelievi di biomassa a fini energetici e integrità delle risorse ambientali e alimentari. Abbiamo deciso di rovesciare la logica con cui abitualmente sono stati finora progettati e presentati i progetti in Umbria, avviando una collaborazione con Legambiente e Alleanza per il Clima. Insieme a loro andremo ad analizzare innanzitutto le potenzialità di biomassa a fini energetici del territorio del comune di Narni (residui agricoli e zootecnici, tagli e residui forestali, ecc) e su questa base pianificheremo e definiremo la potenza energetica globale, la tipologia e l'eventuale dislocazione territoriale degli impianti”.
Alla conferenza è intervenuta anche Alessandra Paciotto, presidente dei Legambiente Umbria: “Fino ad ora ci è capitato di imbatterci in studi e analisi sulle potenzialità delle agroenergie molto parziali che valutano le potenzialità energetiche, ma non considerano aspetti fondamentali come la sostenibilità ambientale, la salvaguardia della biodiversità , la gestione delle risorse naturali. Quello che faremo invece qui a Narni – ha continuato la Paciotto – uno studio basato su un approccio sistemico fondamentale per la definizione del Piano per l'utilizzo delle agroenergie ambientalmente e socialmente sostenibile, lo stesso studio che abbiamo più volte sollecitato alla Regione e fondamentale per pianificare una produzione energetica da biogas e biomasse”.
Lo scopo del progetto infatti è quello di indagare sull'utilizzo sostenibile a fini energetici delle biomasse residuali dei cicli produttivi agricoli, zootecnici ed agroalimentari e quelli derivanti da colture dedicate che permettano il recupero di aree agricole abbandonate. Si prevede una raccolta statistica delle possibili biomasse presenti nel Comune di Narni e la suddivisione del territorio in zone che siano autosufficienti dal punto di vista della presenza di biomassa da fornire all'impianto, consumo dell'energia termica, convenienza economica e sostenibilità ambientale. Particolare attenzione sarà dedicata anche ad individuare e analizzare strumenti e processi di partecipazione capaci di coinvolgere in modo adeguato i cittadini.
“Quello di Narni è il primo studio puntuale sulle potenzialità agroenergetica e il primo Piano delle Agroenergie dell'Umbria, e con questo lavoro Narni fa quello che hanno già fatto altre città e lander tedeschi“ commenta Maurizio Zara, responsabile energia di Alleanza per il Clima – Questo studio poi costituisce un essenziale passo per inserire le agroenergie dentro un sistema virtuoso più ampio di gestione del territorio e delle energie locali come il Patto dei Sindaci che il Comune si appresta ad avviare”.
“Le agroenergie possono essere un'opportunità – ha concluso Morelli alla conferenza – per raggiungere gli obiettivi europei di riduzione dei gas climalteranti, della dipendenza dal petrolio e dello sviluppo delle rinnovabili che impegnano tutti i comuni compreso quello di Narni e possono essere anche l'occasione per ricostruire un modello agricolo e zootecnico più sostenibile. Ma vogliamo definire il potenziale energetico del nostro territorio sulla base di un censimento delle risorse locali disponibili (agricole, forestali, agroindustriali, urbane), calcolare i valori massimi di inquinanti che una determinata zona in grado di riassorbire e conseguentemente definire i limiti di potenza massima complessiva degli impianti installabili su scala comunale. Con questo progetto Narni si candida a diventare il laboratorio su cui costruire un'esperienza virtuosa da riproporre poi come modello nel resto della Regione e nel resto del Paese”.