Il primo raduno degli iscritti ai circoli del Movimento Arturo in Umbria durante il Festival del Giornalismo Perugia. Zaino in spalla e tanta curiosità, non faccio in tempo ad arrivare nel luogo scelto per l’incontro che un messaggio mi mette in allarme “Ci siamo divisi in due gruppi e in due piazze“. L’ombra della scissione anche nel Movimento Arturo? A tranquillizzarmi un piccolo gruppo di persone, un po’ poche in effetti, che sfoggia un badge dalla grafica riconoscibile e biscotti Bucaneve in mano.
Vengono dal Trasimeno, da Terni mentre gli onori di casa li fanno i segretari del circolo di Perugia. “Ho anche l’Arturità – spiega Francesco D’Angelo mentre apre lo zaino e tira fuori un paio di copie dell’organo ufficioso del Movimento Arturo. Di cosa si tratta? “Un foglio informativo da stampare e twittare nei circoli per raggiungere tecnoanalfabeti, luddisti, feticisti cartacei e gente che ha finito i giga sullo smartphone, con l’obiettivo di raccogliere i contributi di “tutte le aggregazioni arturiane e una importante missione: superare i lettori dell’Unità e seguirà “la linea confusa ma chiara indicata dai Padri Fondatori di Gazebo: restiamo arturi“.