Perugia

Mostro di Firenze, dossier dimenticato e tracce di Dna: chiesta riapertura del caso

Un collegio di avvocati – Vieri Adriani di Firenze, Antonio Mazzeo di Montecatini e il perugino Valter Biscotti – chiedono di riaprire il caso sul mostro di Firenze. Lo fanno per conto dei familiari di tre vittime del cosiddetto Mostro.

L’informativa dei carabinieri ignorata

I tre legali chiedono nuove indagini in particolare sull’informativa dei carabinieri della Compagnia di Borgo San Lorenzo del 1984 in cui si ipotizzava che alla scia dei 14 delitti attribuiti al Mostro di Firenze potesse essere collegata una pistola Beretta calibro 22 rubata in un’armeria. Pistola che portava a un uomo, già denunciato per reati sessuali, a casa del quale furono trovati bossoli e cartucce calibro 22. Eppure quell’uomo non è stato mai inserito tra i sospettati.

Il Dna sulle lettere minatorie

L’altro aspetto su cui i tre legali chiedono nuove indagini è la traccia di Dna isolata su una delle tre buste inviate dal Mostro a tre magistrati che si occupavano dell’inchiesta.

Dal punto di vista processuale, i tre legali evidenziano come per tre delitti attribuiti al Mostro ad oggi manchino sentenze definitive.

Biscotti e i processi a Pacciani e ai compagni di merende

L’avvocato Valter Biscotti parla di “una nuova grande sfida”. E aggiunge: “I processi a Pacciani e ai compagni di merende non mi hanno mai convinto”.