Politica

Milleproroghe, il sindaco Latini si rivolge al Parlamento “Terni sia caso specifico”

Il congelamento dei fondi destinati al bando per le periferie previsti nel decreto Milleproroghe (la tranche da 2,1 miliardi prevista dai governi Renzi e Gentiloni) ha messo in allarme i sindaci delle 96 città e aree metropolitane che avrebbero beneficiato di somme ingenti per la riqualificazione delle aree periferiche delle città. Il provvedimento è stato approvato in Senato lo scorso 7 agosto e ad autunno tornerà alla Camera per l’ultima approvazione.

Al posto di quei fondi verrà aperta una cassa agli 8mila comuni italiani, provvedimento del quale Terni non potrà giovare visto lo ‘status’ di dissesto che impone al Comune margini di spesa minimi. I fondi sono stati dirottati in una cassa ‘speciale’ che elargirà 140 milioni nel 2018, 320 nel 2019, 350 nel 2020 e 220 nel 2021)  “per favorire gli investimenti delle città metropolitane, delle Province e dei Comuni, da realizzare attraverso l’utilizzo dei risultati di amministrazione degli esercizi precedenti” – cassa dunque destinata ai comuni cosidétti virtuosi. Come ha spiegato dal ministro per i Rapporti con il Parlamento e la democrazia diretta Riccardo Fraccaro: “I Comuni virtuosi potranno utilizzare gli avanzi di amministrazione, spendendo sul territorio le risorse che hanno in cassa”.


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Della questione si è interessato il sindaco di Terni Leonardo Latini che si è confrontato con i sindaci Clemente Mastella e Dario De Luca (rispettivamente sindaci di Benevento e Potenza, entrambi comuni in dissesto come quello di Terni) per cercare di avviare un iter istituzionale che possa ‘salvaguardare’ la specificità normativa alla quale queste città sono sottoposte.

“Visto che Terni è un caso specifico – spiega Latini a TO – vorremmo essere trattati come un caso specifico. In questo capovolgimento di parti, dove non è lo Stato che eroga fondi ma sono i comuni che possono spendere, Terni non può accedere alla cassa vista i particolari vincoli finanziari ai quali è sottoposta. Un ricorso al Tar – spiega il sindaco – mi sembra una soluzione prematura, credo invece nel dialogo istituzionale; cercheremo di portare all’attenzione del Parlamento queste istanze e di trovare una soluzione condivisa”.

Soldi destinati all’area Est della città – Per la città di Terni era stato previsto un finanziamento di 13 milioni di euro  per un piano economico che avrebbe coinvolto anche alcuni soggetti privati (10 milioni dal Governo e 3 dai privati), grazie all’accordo Di Girolamo-Gentiloni del 9 dicembre 2017. Un intervento profondo, ideato dall’assessorato all’Urbanistica del Comune di Terni della giunta Di Girolamo, che avrebbe dovuto ridisegnare e dare funzionalità alle aree Gruber e Bosco, a recuperare l’ex cinema Antoniano,  a migliorare anche sul versante della sicurezza il parco Rosselli, a intervenire con progetti mirati a vocabolo Fiori e Borgo Bovio.