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Mezzogiorno di fuoco a Spoleto, passa la corsa ciclistica Tirreno-Adriatico ed è caos

(Carlo Vantaggioli)- E' mezzogiorno quando a Spoleto inizia l'attesa per il passaggio, da un minuto all'altro, della famosa corsa ciclistica Tirreno-Adriatico. Ed è proprio a mezzogiorno che la parte bassa della città si paralizza. Gli avvisi dell'avvenimento sportivo erano stati dati giovedì 13 marzo, con una nota stampa alle redazioni locali, pubblicata anche sul sito del Comune di Spoleto, con tutto il percorso ed i divieti di circolazione e di modifica del traffico. E fin qui nulla di diverso dal solito rispetto a tantissimi altri avvenimenti sportivi passati all'interno della città in altre occasioni. Ma forse per il poco preavviso, forse perchè la carovana della corsa si è messa in moto con mezzora di ritardo ad Arezzo, forse perchè comunque l'orario delle 13 coincide con l'uscita di due plessi scolastici popolatissimi come la scuola media Pianciani Manzoni di via Nursina e dell'Istituto per Ragionieri e Geometri alla fine di Viali Martiri della Resistenza, forse anche per l'ammasso di Autobus che si è creato su tutte le propaggini di Piazza della Vittoria, fatto sta che dall'ordinata programmazione si è passati al caos in un nanosecondo.

Vigili urbani all'inizio solerti poi decisamente rassegnati ed in ultimo defilati, non hanno potuto far altro che abbandonarsi in balia degli eventi. Genitori, rinchiusi in serpentoni di macchine, molti dei quali a loro insaputa a quanto pare, che tentavano di sgattaiolare a sinistra e destra per raccattare i figli all'uscita di scuola. Studenti che hanno preso l'autobus con forte ritardo e qualcuno invece che ha proprio persa la corsa. Una scena pietosa si potrebbe dire. Oltre i comunicati ufficiali, nessuno si era premurato di avvisare le scuole interessate per tempo, in modo che si potesse ovviare al casino totale.

La corsa pericolosa- Ma la cosa forse più stramba della giornata è stata proprio la corsa. Non la gara ciclistica in quanto tale, ma il percorso scelto, che saremmo davvero curiosi di capire se è stata deciso di comune accordo tra la direzione-corsa e l'amministrazione cittadina, magari.
Cosa c'era di particolare? Diciamo che il percorso era un percorso alla rovescia. Un “verso” del passaggio, funesto e pericoloso. Con circa un' ora di ritardo, intorno alle 13, la colonna dei corridori è arrivata sul Viale Trento e Trieste a tutta velocità, preceduta dalla consueta colonna di motociclisti e autovetture di servizio in direzione di Via Flaminia (verso Villa Redenta per intenderci), dovendo quindi affrontare all'improvviso la curva a gomito strettissima davanti alla filiale della Bps.

I primi a passare, forse perchè più distanti dal gruppo dei corridori hanno fatto in tempo a frenare e a correggere la direzione con un gesto repentino, e tra questi anche due motociclisti della Polizia Stradale. Ma quando si è trattato dell'arrivo del gruppo più numeroso di moto di servizio e di autovetture, allora è successo l'irreparabile. Un Motociclista, forse coperto dai suoi colleghi non ha fatto in tempo a frenare e a correggere la sua traiettoria, scivolando a terra ed impattando con la ruota anteriore sul cordolo dei nuovi marciapiedi messi in opera dopo il rifacimento della rotatoria tra largo Melvin Jones, Viale Trento e Trieste, via Flaminia e via Nursina. Il pilota, poveretto, è finito a terra e per poco non ci finivano anche altri suoi colleghi che lo seguivano dietro. Fortunatamente se l'è cavata con una distorsione ad un polso e con qualche escoriazione. Ma il rischio più grosso era quello dell'ammucchiata con la gara in corso.
Nell'esatto momento del passaggio della carovana sportiva era da poco iniziata anche l'uscita degli studenti i quali si sono un po' ammassati e senza tante protezioni (leggi transenne), magari incuriositi dall'evento sportivo.
Segnalazioni zero! Solo un addetto alla corsa, dopo la caduta del motociclista, ha tirato fuori una bandiera rossa e si è messo a sventolare energicamente sulla curva maledetta del Viale. Presente sul posto anche un signore con un giubbetto di quelli che indossano normalmente gli Auser, ma indistinguibile come appartenenza e sopratutto fermo e impassibile all'accaduto. I vigili erano quasi tutti dalla parte di piazza della Vittoria a sciogliere il serpentone di autovetture inferocite. Una babilonia totale che si è dimostrata ancor più rischiosa per i ciclisti allorquando hanno imboccato la famigerata curva “al contrario” per risalire Via Flaminia a tutta velocità ed in gruppo. Un vero miracolo che nessuno sia finito sopra ai maledetti cordoli del marciapiede proprio sotto la Bps. Sarebbe stata una caduta generale i cui esiti davvero non vogliamo immaginare, e con il pubblico tutto a ridosso della strada.
Tutto questo è accaduto proprio sotto i nostri occhi, in un caldo anticipo di primavera del 15 marzo. Una vicenda, simbolo del metodo raffazzonato di “fare cose”, tanto per avere una contabilità in aumento degli eventi. Parlando con un genitore di quelli spiazzati dalla corsa, rispetto all'uscita del proprio figlio da scuola, è venuta alla luce una considerazione tanto semplice quanto efficace, “Sarebbe stato meglio farli girare dietro alla Scuola di Polizia– dice il Sig. Andrea- indirizzandoli verso la rotatoria di via Pietro Conti per farli poi tornare al tracciato previsto in origine in direzione di Sant'Anatolia”.

Un altro abitante della frazione Vallocchia ci racconta invece della carente segnalazione per chi, scendendo dalla vecchia strada della Valnerina, si dirigeva verso Spoleto.
E ci fermiamo qui per non farla troppo lunga.
Ma non dormiremo tranquilli se prima non riusciremo a scoprire a chi è venuto in mente di fare quel percorso “a rovescio” e proprio su quella curva. Un vero “perverso”, anzi un vero “controverso”.

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