Perugia

Meredith, la nuova vita di Rudy e i dubbi rimasti su quel delitto

A 13 anni dall’uccisione di Meredith Kercher, nessuno è più in carcere per la morte della studentessa inglese.

L’unico condannato in via definitiva, Rudy Guede, ha ottenuto dal Tribunale di sorveglianza di Roma l’affidamento ai servizi sociali. Non dovrà tornare, dunque, nel carcere di Viterbo, dove ha scontato 13 anni. Il fine pena per lui, in base alla sentenza del processo celebrato con rito abbreviato, era fissata a marzo 2020.

I giudici hanno valutato irreprensibile il comportamento dell’ivoriano, ormai 37enne. Considerando in una fase particolarmente avanzata il suo processo di reinserimento.

Guede continuerà a studiare (nel frattempo si è laureato in Scienze storiche con 110 e lode) e a svolgere volontariato alla Caritas (importante il suo lavoro svolto durante il lockdown). Per ora resterà a vivere a Viterbo, come ha fatto sapere il suo legale, l’avvocato Fabrizio Ballarini.

Guede godeva in realtà già di un permesso speciale legato all’emergenza Covid. Ora il Tribunale di sorveglianza, con la concessione dell’affidamento ai servizi sociali, ha sancito che, comunque, non dovrà tornare in cella.

Restano però i tanti interrogativi su cosa avvenne quella maledetta notte tra il 1° e il 2 novembre 2007, nella casa di via della Pergola. Per la giustizia italiana, Amanda Knox e Raffaele Sollecito con quell’omicidio non c’entrano. Rudy Guede, giovane che in carcere sembra effettivamente aver scelto una nuova vita, non ha contribuito a fugare ogni dubbio sull’omicidio di Meredith Kercher, sepolta nel cimitero di Croydon, alla periferia di Londra.