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MERCATO COPERTO: ARRIVA IL PARERE NEGATIVO DELLA DIREZIONE REGIONALE PER I BENI CULTURALI

Altro no sul project financing del Mercato coperto. E dopo la Soprintendenza, anche la Direzione Regionale per i Beni Culturali esprime parare negativo sugli incartamenti. Appresa la notizia non si fa attendere la replica di Italia Nostra che, attraverso le parole del suo presidente Urbano Barelli, esprime viva soddisfazione:”Questi pareri negativi sono la definitiva conferma che le critiche al progetto della Nova Oberdan mosse da Italia Nostra e dalle altre associazioni ambientaliste e cittadine sono legittime e fondate”. L'associazione, guidata da Barelli, ripercorre anche le ultime vicende relative al mercato coperto. “Nel parere del 10 marzo si legge che “non si evince con sufficiente chiarezza dagli atti progettuali chi e come abbia assunto o debba assumere la responsabilità delle valutazioni relative all'equilibrio statico di insieme dell'area in forte pendenza e alla stabilità degli scoscendimenti e dei manufatti ivi esistenti. Il parere prosegue precisando che “in assenza di tale assunzione di responsabilità, gli uffici della scrivente Amministrazione, non potranno che esprimersi cautelativamente in senso contrario all'intervento, in quanto non possono offrire garanzie sulla stabilità di insieme del sito prima durante e dopo l'esecuzione dei lavori”. In precedenza era stata la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici dell'Umbria ad esprimersi in senso negativo sulla realizzabilità degli edifici interrati di sei e di tre piani che il progetto prevede a fianco dell'attuale edificio del Mercato Coperto ed allo scavo di 87.820 metri cubi. Prima con la nota del 15 gennaio 2010, nella quale si afferma che lo scavo ed i due edifici “si valutano incompatibili con il contesto paesaggistico monumentale nel quale si collocano”.Poi con la nota del 9 febbraio scorso con la quale si precisa: “per l'edificio comunale del Mercato coperto si auspica una diversa configurazione architettonica degli spazi interni”, “in merito, invece all'area esterna del “Giardino del Pincetto,” si conferma “il parere negativo sulla soluzione progettuale prospettata”, “riguardo infine all'ulteriore proposta di struttura ipogea da collocare nell'area posta alla base del complesso del Gesù, la scrivente esprime parere negativo, l'intervento infatti coinvolge uno spazio urbano su cui insistono delicate emergenze monumentali che potrebbero essere messe a rischio da tale intervento”.”I citati pareri – spiega Barelli -, insieme al fatto che nessun grande gruppo di distribuzione si è mostrato interessato a gestire il centro commerciale che si vorrebbe costruire ed al fatto che l'edilizia è in una situazione di difficoltà economica e di crisi di liquidità, dovrebbero indurre l'amministrazione comunale a ripensare il progetto della Nova Oberdan”. È lo stesso avvocato Barelli a proporre un'alternativa:”Ritengo necessario che si debba tornare all'iniziale progetto del architetto Iginio Rossi, con le opportune modifiche, chiaramente. Un progetto più congeniale alla delicata situazione del centro storico e che potrebbe rispondere alle esigenze mercatali, espositive e culturali, ma anche al crescente disagio sociale sempre più diffuso nel centro storico, molto meglio di un anonimo centro commerciale. Bisogna però fare in fretta. È quindi urgente che l'amministrazione comunale decida di cambiare rotta prima che il Mercato coperto muoia per la chiusura delle attività degli ultimi operatori che resistono al suo interno”. Sulla questione è intervenuta anche la Confcommercio di Perugia, che ha elencato le misure da adottare per il mercato coperto e sono: la riqualificazione, l'integrazione dell'offerta commerciale, la sostenibilità economica e una tempistica adeguata.”Il destino di spazi urbani di così notevole importanza per la città – sostiene Confcommercio in un comunicato – non può non coinvolgere e appassionare. Ma bisogna partire da un punto fermo: la riqualificazione del mercato coperto è un intervento che deve essere fatto. Si tratta di un'occasione imperdibile per operare una svolta decisiva: non si può lasciare quest'area della città nelle condizioni di totale degrado in cui ora è, e ha poco senso anche un recupero puramente conservativo del mercato coperto. Noi siamo convinti che il progetto per il nuovo mercato coperto possa rafforzare la polarità commerciale del centro storico, a patto che con questo si integri profondamente. È evidente che non si dovrà realizzare una replica di Corso Vannucci o una copia dei centri commerciali delle periferie. Il nodo da sciogliere e, allo stesso tempo, la parola d'ordine, dovrà essere integrazione (nelle dimensioni e nell'assortimento merceologico) dell'offerta che già oggi il centro propone, in un'ottica di rinnovamento e privilegiando tipologie commerciali di qualità. La possibilità di rimettere in moto un'area e ripensarla è una grande opportunità”.Due ulteriori elementi sono da tenere sotto controllo, secondo Confcommercio: la sostenibilità economica del progetto imprenditoriale, “poiché è chiaro che deve essere in grado di reggersi sulle proprie gambe e remunerare le forze economiche che sono disposte ad investire e rischiare su di esso”, e i tempi di realizzazione, che “devono essere certi e più possibile brevi, per non disperdere risorse e interrompere al più presto il processo di degrado”.