Cronaca

Lo spettacolo dei cervi tra la neve dei Sibillini | Ma gli esperti “Attenti alle valanghe”

Durante questo periodo di forti nevicate e di grande gelo la vita per la fauna selvatica diventa durissima e molti animali selvatici scendono a valle o nelle radure e nei campi vicino ai paesi per cercare sollievo e un po di erba la dove c’è meno neve.

Così oggi, Simone Gatto (Guida Professionista associata a AIGAE – Associazione Italiana Guide Ambientali Escursionistiche) del “Camoscio dei Sibillini Trekking” durante una ciaspolata ha fotografato un piccolo branco di cervi nei dintorni di Fiastra, nel cuore dei Monti Sibillini. Uno spettacolo unico, quello a cui ha potuto assistere, documentato dalle sue foto.

Gli esperti, però, avvertono sul rischio valanghe in questi giorni nella zona dell’Appennino e soprattutto nella zona dei monti Sibillini e nell’alta Valnerina, tra Umbria e Marche. L’allarme arriva dal Soccorso Alpino e Speleologico dell’Umbria (Sasu) che invita alla massima prudenza per le escursioni in montagna e sulla neve anche nel territorio  regionale.

Con il perdurare dell’instabilità delle condizioni meteo e le repentine mutazioni nivologiche avvenute in questi giorni sulla dorsale dell’Appennino umbro-marchigiano, il Soccorso Alpino e Speleologico Umbria (SASU) invita i frequentatori delle montagne a prestare molta attenzione, in quanto, su tale fascia, il grado di pericolo valanghe è 3 marcato (dati: www.meteomont.gov.it/infoMeteo/). Particolare prudenza va tenuta nelle zone Catria-Monte Cucco, alta Valnerina e Monti Sibillini.

Pertanto, coloro che nei prossimi giorni vorranno recarsi ad effettuare escursioni sulle montagne e sulla neve, dovranno pianificare l’uscita con estrema accortezza e porre in essere ogni azione utile ad affrontare il grado di pericolosità da affrontare.

A tal proposito, il SASU indica alcune norme comportamentali da rispettare, sia per gli scialpinisti, sia per chi indossa ciaspole o scarponi: i dispositivi di autosoccorso, Artva, pala e sonda, sono in assoluto i primi a potere aiutare nel caso di coinvolgimento da valanga, per individuare chi dovesse rimanere sepolto ed iniziare l’estrazione. I soccorsi, anche i più tempestivi, arriveranno sempre dopo. In caso di gite fuoripista, con rischio elevato come in questi giorni, anche lungo gli itinerari all’apparenza sicuri, possono verificarsi distacchi di neve; perciò
vanno scelte con cura le zone dove fermarsi, evitando di attardarsi sotto grandi pendenze o creste, poiché il pericolo può venire dall’alto: valanghe naturali o valanghe provocate da altri sciatori che hanno tagliato il pendio appena sopra, scivolamenti di neve o caduta di seracchi.

10 regole da ricordare

1. Indossare l’ ARTVA e controllarne il funzionamento prima di iniziare l’attività e mantenerlo attivo durante tutta l’escursione.
2. Muoversi il più possibile lungo le creste e le dorsali, utilizzando i punti sicuri del terreno, come le rocce, gli alberi, i tratti pianeggianti.
3. Evitare le zone sottovento e/o dominate da cornici di neve.
4. I pendii aperti ed uniformi, o quelli che presentano bruschi cambi di pendenza, sono da considerarsi sospetti.
5. In caso di manto nevoso instabile, non avventurarsi su pendii con inclinazione superiore a 30 gradi.
6. Evitare l’attraversamento (taglio) di pendii aperti.
7. Quando non c’è modo di evitare l’attraversamento, il pendio deve essere tagliato il più in alto possibile.
8. La salita e discesa di un canalone deve avvenire sempre verticalmente e lungo i margini.
9. Evitare assolutamente l’attraversamento di zone che confluiscono in crepacci, salti di roccia, pietraie affioranti o altre insidie.
10. Le vecchie tracce non sono indice di sicurezza, in quanto nel frattempo la situazione può essere mutata. Anche le tracce di animali non danno garanzie.

Amare la montagna significa anche rispettarla ed adeguarsi ai suoi mutamenti.