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“Le donne nell'economia umbra”, intervento della presidente Marini al convegno di Terni

“Le economie oggi più dinamiche, quelle in grado di crescere e uscire dalla profonda crisi, sono innanzitutto quelle che investono di più su giovani e donne. In Umbria, dove proprio da questi due segmenti del mondo del lavoro è stato maggiormente pagato lo scotto della crisi economica, intendiamo investire soprattutto su giovani e donne”. Lo ha affermato la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, nel suo intervento con il quale ha concluso, oggi a Terni, i lavori del seminario “Lavoro e lavori: le donne nell’economia dell’Umbria”, promosso dalla Regione Umbria, in collaborazione con l’Agenzia Umbria Ricerche e il contributo del Comitato Scientifico per le politiche di genere.
In Umbria, è emerso nel corso del seminario, i dati sul mercato del lavoro indicano che anche nei primi mesi del 2011 si registra una flessione dell’occupazione e che quella femminile, fortemente calata a seguito della crisi, non recupera. Nel 2011, il tasso di occupazione femminile è anzi continuato a diminuire e si attesta sotto il 53 per cento. “Le donne umbre – è stato sottolineato – sono state le prime ad essere colpite dalla crisi e sono le ultime ad uscirne. Ciò evidenzia un modello e un tessuto economico in cui non sono ritenute centrali”. Nel primo trimestre del 2011, in particolare, l’Umbria risulta essere l’unica regione del Centro Nord ad registrare un dato negativo del dieci per cento nel flusso delle assunzioni femminili.
“Dobbiamo imprimere una svolta anche nelle politiche economiche della Regione e puntare maggiormente sul lavoro femminile – ha sottolineato Romano Benini, esperto di politiche del lavoro, che ha svolto una delle relazioni al seminario – non solo perché le donne sono quelle che maggiormente hanno sofferto in termini occupazionali a causa della crisi economica e finanziaria, ma soprattutto perché ogni indicatore economico rileva che è l’occupazione femminile ad offrire maggiore qualità allo sviluppo. E ciò è vero soprattutto in Umbria, dove dall’imprenditorialità femminile arriva un segnale importante: il numero delle imprese femminili è significativo e mostra un’interessante propensione delle donne all’imprenditorialità”.