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L’asse Zingaretti – Salvini, Marini e il voto in Umbria

Tra le tante telefonate che in questi giorni si stanno scambiando i leader dei partiti politici, nell’affannoso tentativo di dar vita ad un governo o, al contrario, di far saltare la trattativa per andare presto alle urne, ce ne sono due, svelate dal direttore de La 7, Enrico Mentana, con cui Nicola Zingaretti e Matteo Salvini si sarebbero di fatto accordati per andare al voto.  Il ministro dell’Interno, che ha dato il via libera alla crisi, per avere dagli italiani “pieni poteri“; il governatore del Lazio, evidentemente, per sostituire i gruppi consiliari Pd attualmente in mano all’ex segretario dem Matteo Renzi.

In particolare, nell’ultima telefonata, Salvini avrebbe chiesto a Zingaretti rassicurazioni circa il fatto che Renzi non fosse riuscito a garantire la nascita di un governo con i cinquestelle. Cosa sulla quale invece si sta trattando in queste ore, tra accelerazioni e brusche frenate.

Vicende che ovviamente toccano anche l’Umbria. Perché la possibile trattativa tra dem e cinquestelle sta rallentando la definizione del quadro politico nel centrosinistra (il commissario Walter Verini ha aperto ad un accordo locale con i pentastellati anche in assenza di un’intesa nazionale, ma la base grillina nicchia, almeno sui social). Del resto, anche se per altri motivi, le emergenze nazionali hanno allungato i tempi dell’annuncio di Donatella Tesei candidata presidente per il centrodestra, nonostante l’ultimo passaggio di Matteo Salvini Montefalco.

Marini col dente avvelenato

Ma l’Umbria, che andrà al voto il 27 ottobre, potrebbe essere il primo banco di prova elettorale del nuovo quadro politico nazionale. Sempre che non si vada al voto anche per le politiche, in concomitanza.

E proprio sulla scelta della data delle urne regionali, il 27 ottobre, l’ex governatrice Catiuscia Marini invita a riflettere. Con un post nel quale commenta la notizia della telefonata tra Salvini e Zingaretti per andare alle urne: “Mi viene in mente il 19 maggio in Umbria!!!” scrive. Quella domenica di maggio, all’indomani del voto con il quale il Consiglio regionale aveva respinto le dimissioni di Marini, il segretario Zingaretti, a Perugia per la campagna elettorale, aveva pronunciato la famosa frase sul Pd che “caccia” quelli che passano le prove dei concorsi. Una posizione intransigente che era stata appena annunciata, anche se con toni soft, in un’intervista con Lucia Annunziata. L’ultimo attacco che poi portò Catiuscia Marini, indagata per un concorso nell’ambito dell’inchiesta sulla sanitopoli perugina, a dimettersi.

Ma il parallelo dell’ex governatrice tra la situazione nazionale e quella regionale prosegue. Scrive infatti ancora a proposito della telefonata tra Salvini e Zingaretti: “Ora domandatevi chi ha consigliato la data delle elezioni regionali in Umbria il 27 ottobre e perché….”. Consiglio che il subentrato presidente Fabio Paparelli, sostenitore della mozione Zingaretti dopo la delusione manifestata per la gestione Renzi del partito (anche a proposito del mancato intervento in Umbria, da lui più volte sollecitato prima del caso Sanitopoli) ha raccolto, fissando appunto le elezioni regionali per il 27 ottobre.