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Lago Trasimeno e di Piediluco, nel 98% dei campioni particelle di materiale plastico: i risultati di Life Blue Lakes

Presenti nel 98% dei campioni raccolti nei laghi di Bracciano, Trasimeno e Piediluco, sono circa 9.000 le particelle di materiale plastico inferiori ai 5 millimetri analizzate negli ultimi due anni di Life Blue Lakes, progetto cofinanziato dal programma LIFE e coordinato da Legambiente.

Il monitoraggio è avvenuto con gli strumenti e le metodologie definite dai protocolli scientifici sperimentati nell’ambito del progetto. Principalmente sono stati trovati frammenti di polietilene, che dalle caratterizzazioni chimico-fisiche sono risultati riconducibili alle vecchie buste di plastica.  

Un progetto avviato nel 2019

Avviato nel 2019, Life Blue Lakes è nato poiché la maggior parte delle ricerche si concentra da diversi anni sugli impatti delle plastiche negli ecosistemi marini mettendo in ombra il ruolo delle acque dolci, in particolare dei laghi, importanti riserve idropotabili e grandi ricettori di microplastiche e inquinanti in generale. 

Sulle aree pilota dei laghi di Garda, Bracciano, Trasimeno e Piediluco in Italia, Costanza e Chiemsee in Germania, più di 200 soggetti tra comuni, operatori turistici, associazioni e aziende sono stati coinvolti in percorsi partecipativi che hanno portato alla redazione delle Carte dei Laghi e di un Manifesto. Adottando questi documenti, 40 comuni e circa 80 soggetti tra autorità regionali, aziende, operatori turistici e associazioni si sono assunti impegni volontari per contribuire alla riduzione dei rifiuti di plastica.

Zampetti: “Molto resta ancora da comprendere sulle dinamiche di distribuzione delle microplastiche

Sebbene la ricerca sulle microplastiche nelle acque interne si sia ampliata negli ultimi anni, molto resta ancora da comprendere sulle dinamiche di distribuzione delle microplastiche in questi ambienti e a livello di bacino”, ha dichiarato Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente. “È fondamentale che i responsabili politici diano priorità all’ulteriore progresso dello stato della ricerca, inserendo le microplastiche tra i parametri di monitoraggio previsti dalla normativa a livello europeo e nazionale, e sostenendo la standardizzazione dei metodi di misurazione, la cooperazione internazionale e interdisciplinare. Solo così potremo prevenire la diffusione delle microplastiche negli ecosistemi lacustri e fluviali”.