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Laboratori nazionali Gran Sasso illustrati dalla direttrice Lucia Votàno

Francesco Balucani

Lucia Votano, direttrice dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso, ha tenuto, ieri pomeriggio, all’interno di Palazzo Trinci, una conferenza volta ad illustrare le attività dell’impianto, delineandone la struttura e le prospettive future. Nati da un’idea del fisico Antonio Zichichi, i Laboratori furono realizzati in concomitanza con la costruzione del traforo autostradale del Gran Sasso a partire dal 1982. Nel 1987 fu possibile tenervi il primo esperimento, sotto la guida del direttore Enrico Bellotti. La struttura interna dell’impianto scientifico è situata 1400 metri sotto la montagna, permettendo ai ricercatori di analizzare differenti fenomeni rari senza il disturbo dell’incessante pioggia di raggi cosmici che colpisce il suolo terrestre. In tre sale di dimensioni pressoché identiche – 100m di lunghezza per 20m di altezza e 20m di larghezza – si svolgono i principali esperimenti del laboratorio. Non sono presenti, come al CERN di Ginevra, acceleratori di particelle, ma soltanto rivelatori di particelle, benché una collaborazione tra i due impianti scientifici permetta di analizzare con efficacia neutrini provenienti dagli acceleratori di Ginevra e ricevuti dal laboratori del Gran Sasso tramite un enorme congegno denominato OPERA.
“I neutrini sono particelle caratterizzate da una massa infinitesimale e dalla mancanza di carica elettrica o di colore. Il loro interagire debolmente con la materia circostante gli permette di attraversare la stessa senza difficoltà evidenti. Non a caso, i rivelatori di particelle, come OPERA, sono costituiti da una massa molto elevata, in grado di intercettare una piccolissima quantità di neutrini. Esperimenti recenti hanno dimostrato come i neutrini possano oscillare tra i suoi tre autostati di interazione, in un fenomeno conosciuto come oscillazione del neutrino. L’analisi del perché queste particelle adottino tale comportamento permetterebbe di comprendere, forse, la simmetria esistente tra materia ed antimateria.”
Il campo di studio principale è quindi quello della fisica astroparticellare, che ha come temi centrali l’analisi dei neutrini e della materia oscura.
“La materia come la conosciamo noi non occupa che un 5% della massa dell’universo. Un altro 23/24% è costituito da materia oscura, invisibile agli occhi di qualsivoglia congegno umano in quanto priva della capacità di assorbire radiazioni. Infine vi è un rimanente 72/73% di energia oscura, ancora più misteriosa ed inosservabile. Nei prossimi anni speriamo di poter meglio comprendere il ruolo della materia oscura nella costituzione dell’universo.”