Perugia

La scommessa di Gaucci su Cosmi che stupì la Serie A

Gaucci sceglie Cosmi in gran segreto: a metà della stagione 1999/00 convoca l’allenatore dell’Arezzo nella sede Galex. In quel momento Cosmi stava lottando per la promozione in Serie B con i toscani. Tra i suoi traguardi, Cosmi annoverava un passaggio dalla prima categoria all’Interregionale con la Ponte Vecchio e la promozione dalla Serie D alla C1 con l’Arezzo.

Perchè Gaucci sceglie Cosmi? Il presidente del Perugia voleva una squadra formata da giovani talenti da valorizzare e un allenatore in rampa di lancio è la scelta giusta. Non ha richieste sul mercato e si adegua alle decisioni della società. Chiaramente, Serse Cosmi accetta subito e con uno stipendio da 750 milioni di lire annui diventa il nuovo allenatore del Perugia sostituendo Carlo Mazzone.

Il Perugia di Cosmi arriva ‘rivoluzionato’ all’esordio in Serie A. Vengono venduti Calori, Rapajic, Aleničev, Bà, Bisoli e l’intero reparto d’attacco composto da Nicola Amoruso e Alessandro Melli. Come rinforzi, invece, arrivano: Di Loreto, Liverani, Baiocco, Pieri, i giovani Saudati e Blasi, il coreano Ahn e l’attaccante Vryzas. Ritorna nel capoluogo umbro anche Zé Maria, ceduto in prestito in Brasile l’anno precedente.

L’esordio di Cosmi in Serie A arriva il 1 ottobre, l’inizio autunnale è dovuto alle Olimpiadi di Sidney disputate nella seconda metà di settembre. Il Perugia affronta il Lecce al Curi. I Grifoni scendono in campo con un 4-4-2 formato da: Mazzantini; Ze’ Maria, Monaco, Materazzi, Pieri, Baiocco, Tedesco, Liverani, Guinazu’, Ahn, Bucchi. Il rigore di Materazzi evita la sconfitta al Perugia che porta a casa un punto all’esordio in Serie A.

Dalla seconda giornata, però, Cosmi comincia la sua opera di rivoluzione del Perugia. Il modulo cambia: si passa dal 4-4-2 al 3-5-2. Al centro della difesa c’è il futuro campione del mondo, Marco Materazzi, gli esterni sono Ze Maria e Pieri mentre il centrocampo è formato da Baiocco, Liverani e Tedesco. Il tandem d’attacco invece è composto dal greco Vryzas appoggiato dal giovane Saudati.

Il Perugia di Cosmi è divertente, appena c’è l’occasione si va all’attacco sfruttando molto gli esterni e cercando gli inserimenti delle mezzali ma la grande intuizione dell’allenatore è la posizione di Fabio Liverani. Il centrocampista italiano era stato sempre considerato come un trequartita di grande talento ma troppo lento. Cosmi lo ri-inventa, come Mazzone con Pirlo, davanti alla difesa come vertice basso. Liverani ha il compito di muovere il pallone con qualità verso gli esterni e le punte. La mossa di Cosmi funziona: Liverni diventa il metronomo del Perugia, tutti i palloni passano dai suoi piedi e la manovra dei Grifoni ne guadagna in spazio e tempo.

Liverani è anche aiutato dai compagni di reparto: Baiocco e Tedesco che compensano i limiti del centrale. Tanta intensità e tanta corsa e tanti inserimenti senza palla. L’intelligenza tattica di Tedesco la testimoniano tutti i suoi gol: 8 in stagione solo uno in meno dell’attaccante Vryzas.

Un’altra invenzione dell’allenatore di Ponte San Giovanni avviene la stagione successiva: Liverani e Materazzi vengono ceduti ma viene acquistato Fabio Grosso, un trequartista proveniente dalla C2. Cosmi ri-inventa anche Grosso, trasformandolo in un esterno a tutta fascia, invenzione perfettamente riuscita.

Cosmi fa divertire i tifosi perugini: nei suoi anni al Perugia conquista una coppa Intertoto, che gli vale la qualificazione in Coppa UEFA, dove i Grifoni vengono eliminati solo dal PSV di Arjen Robben. In campionato conquista un undicesimo, un nono e un ottavo posto prima di essere esonerato nella stagione 2003/04.

Riccardo Mancini