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“La mafia in Umbria. Cronaca di un assedio”, il libro di Claudio Lattanzi presentato a Spoleto

Umbria regione del buon vivere, estranea agli interessi della criminalità organizzata. Un mito, purtroppo, destinato a crollare a colpi di realtà. Come dimostra il libro di recente pubblicazione del giornalista orvietano Claudio Lattanzi ‘La mafia in Umbria. Cronaca di un assedio’ (Intermedia Edizioni). Con un lavoro eminentemente da cronista, Lattanzi ha raccolto e affiancato dati e fatti che toccano diversi luoghi della nostra regione (Spoleto inclusa). Gli ultimi, eclatanti arresti di affiliati al clan camorristico dei Casalesi a Ponte San Giovanni, così come Perugia centrale dello spaccio, l’arresto del boss a Terni all’uscita di un supermercato, sono solo la punta di un iceberg che dimostra come l’Umbria è territorio appetibile per le mafie: terra di conquista che, forse, non ha ancora maturato quella consapevolezza da cui possono scaturire gli anticorpi per difendersi. Scrive Lattanzi: “La penetrazione delle cosche nella regione del buon vivere è in atto da anni, eppure l’opinione pubblica ne ha scarsissima consapevolezza. I clan che stanno lentamente colonizzando la regione incarnano l’ultimo stadio di quella metamorfosi che le ha rese mimetiche e quasi irriconoscibili. La mafia che sta assaltando l’Umbria è quella economica”.

Il libro verrà presentato a Spoleto sabato 10 dicembre alle ore 11 alla biblioteca comunale ‘G.Carducci’ di palazzo Mauri (sala del secondo piano). L’incontro ha il patrocinio del Comune di Spoleto. Con l’autore e con i referenti del presidio di Libera Spoleto ne discuteranno Vanessa Pallucchi responsabile nazionale del settore Scuola e formazione di Legambiente e Alfonso Marchese, giornalista, che coordinerà i lavori. All’iniziativa sarà presente anche la presidente del Tribunale di Spoleto Emilia Bellina, collaboratrice tra l’altro di Rocco Chinnici, magistrato ucciso dalla mafia nel 1983. Diceva Chinnici: “Parlare ai giovani, alla gente, raccontare chi sono e come si arricchiscono i mafiosi fa parte dei doveri di un giudice. Senza una nuova coscienza, noi, da soli, non ce la faremo mai”. L’iniziativa è aperta a tutti.