Umbria | Italia | Mondo

La Corte europea: a certe condizioni si può sparare al lupo | Si chiede il via libera pure in Umbria

Per la Corte di giustizia europea la caccia è ammissibile come strumento di gestione per le specie animali protette, come ad esempio i lupi, a condizione che siano soddisfatte rigorose condizioni.

Un pronunciamento per il quale esprime soddisfazione anche Confagricoltura Umbria, che nei giorni scorsi aveva sollevato il problema dell’eccessiva presenza di lupi (non autoctoni) e di cinghiali nelle campagne umbre, con notevoli danni agli allevamenti e alle coltivazioni.

Un tema che il presidente di Confagricoltura Umbria, Fabio Rossi, aveva sottoposto nei giorni scorsi ad Orvieto al sottosegretario alle Politiche agricole, Giuseppe Labbate, il quale aveva annunciato che in sede di Commissione si stava valutando una legge che consentisse gli abbattimenti in determinate condizioni.


Lupi e cinghiali, è allarme nelle campagne umbre: arriva la legge


La pronuncia – ricorda Rossi – arriva a pochi giorni dall’ennesimo allarme lanciato da Confagricoltura Umbria di una nuova aggressione ad animali da fattoria da parte dei lupi in Valnerina. Si tratta di una presa di posizione importante, che il nostro paese e la nostra Regione non possono ignorare per una gestione più adeguata delle specie protette e una migliore convivenza con l’uomo e le sue attività sul territorio regionale”.

Ma oltre alla Valnerina, segnalazioni di animali da allevamento uccisi da lupi (o forse da cani randagi incrociati con i lupi) arrivano anche da Gubbio, dalla zona del Trasimeno, dallo Spoletino, dall’Alto Tevere. Gli animalisti, d’altro canto, ricordano che comunque i lupi non costituiscono un pericolo per l’uomo. Ed il dibattito è sempre più rovente.

Il pronunciamento della Corte di giustizia europea arriva in risposta al quesito del tribunale finlandese sulla caccia ai lupi; una questione che riguarda da vicino molti Stati membri, che utilizzano la caccia sia come strumento di controllo della diffusione dei grandi carnivori, sia come mezzo per permettere la sostenibilità della loro presenza sociale nelle zone rurali.

Per il presidente di Confagricoltura, Fabio Rossi, anche la Regione Umbria deve provvedere con un provvedimento che vada nella direzione indicata dalla Corte di giustizia europea.