Cronaca

La banda della “neve”, ricchi e cattivi con in mano il mercato della cocaina

Una quantità di droga ingente venduta in Umbria. Cifre da capogiro, restituite da una illuminante intercettazione: “Ci ha guadagnato 300.000 e sta guadagnando ancora altri 300… adesso ha preso 40.000, 10.000 in una settimana… lui prende la merce a 300.000 euro, un pane lo fa 1 e 200, guadagna 40 euro a pezzo, il boss è lui, io gli dirò il boss è lui, è lui che ha fatto le cose, tutto, io non sono nessuno, se mi arrestano”. Chili di neve a prezzi vantaggiosi, attraverso due canali: uno dal sud america e uno milanese. Era un gruppo di albanesi che per anni avrebbe gestito il traffico di droga nel Perugino e nella zona del Trasimeno.

Due anni di indagini

Un’indagine, durata oltre due anni partita con il ritrovamento di cocaina arrivata dal sud America nei giocattoli trasportati a Roma Fiumicino. Sgominato un gruppo in grado di guadagnare qualcosa come 300 mila euro con il traffico di cocaina. «Ti colpiscono e ti ammazzano porca puttana… non è questione che ti arrestano, ma ti ammazzano amico, io non ho paura dello Stato amico mio, ho paura degli albanesi». La banda era “cattiva” e anche armata. Nelle  scorse ore sono state eseguite 36 ordinanze di custodia cautelare firmate dal gip, Carla Giangamboni al termine dell’indagine “Big rock” della Dda. Le accuse vanno dall’associazione per delinquere finalizzata al traffico di cocaina alla detenzione illegale di armi da guerra: una Beretta con matricola abrasa.

Il capo spietato

Il capo, secondo gli inquirenti, un albanese già rientrato in diverse operazioni antidroga.  “Ci ha guadagnato 300.000 e sta guadagnando ancora altri 300 – si dicono tra loro due pusher parlando di un terzo – adesso ha preso 40.000, 10.000 in una settimana… lui prende la merce a 300.000 euro, un pane lo fa 1 e 200, guadagna 40 euro a pezzo, il boss è lui, io gli dirò il boss è lui, è lui che ha fatto le cose, tutto, io non sono nessuno, se mi arrestano”. Ma ieri, all’alba gli agenti guidati dal capo della Mobile, Marco Chiacchiera hanno messo a segno le 36 ordinanze.

I soldi spariti e la rissa di sangue

Per capire quanto fosse spietata “la banda” nell’ordinanza è riassunto un episodio. Quello di una “violenta rissa” tra “gruppi antagonisti di albanesi” durante la quale, uno di loro viene accoltellato. Ma i colleghi, per non insospettire la polizia di Perugia lo portano al pronto soccorso di Arezzo. E non si può escludere che quel fatto di sangue fosse collegato ad una sparizione di soldi: “Forse qualcuno ci ha seguito – ipotizzano, mentre la polizia li ascolta – io non lo so, forse anche i ‘neri’. C’erano 40.000 e 80.000 euro, 80.000 c’erano lì e 40 dall’altra parte. Ma come hai fatto a lasciare tutti i soldi lì?”. Il capo lo tratta male, la banda si è fatta gabbare.