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Inchiesta PopSpoleto, tutti gli indagati. Antonini, Pallini e Fesani nel mirino della Procura – Le foto del giorno

Redazione

Inchiesta PopSpoleto, tutti gli indagati. Antonini, Pallini e Fesani nel mirino della Procura – Le foto del giorno

Mar, 10/07/2012 - 00:50

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Carlo Ceraso
Sono ancora nebulose le ipotesi accusatorie mosse dalla Procura della Repubblica di Spoleto nei confronti delle 17 persone indagate nell’ambito dell’inchiesta che interessa la PopSpoleto. Assente il procuratore capo Gianfranco Riggio e con il sostituto procuratore Federica Albano trincerata dietro il massimo riserbo (alle 15 è stato chiuso anche il portone di ingresso di palazzo di Giustizia pur di evitare il via vai dei giornalisti) è pressoché impossibile comprendere in dettaglio quali operazioni bancarie siano finite al vaglio degli inquirenti. Le ipotesi di reato sono quelle di appropriazione indebita (riguarda 15 persone) e di ostacolo all’autorità di vigilanza (3). Per tutto il pomeriggio, dopo il comunicato di mezzogiorno diramato dalla procura, si sono rincorsi i nomi degli indagati. Nel mirino ci sarebbero  dirigenti e quadri Bps, revisori, professionisti, imprenditori e lo stesso ex presidente Giovannino Antonini, oggi a capo della holding Scs.
Ostacolo alla Vigilanza – è proprio il nome del dominus che compare fra gli indagati i quali, stando alle indagini, avrebbero ostacolato il lavoro della Vigilanza. Insieme a quello di Antonini compaiono anche i nomi dell’ex d.g. Alfredo Pallini e del presidente del collegio sindacale Michele Fesani. Non è dato sapere in concreto le accuse mosse dagli investigatori che richiamano il dettato dell’art. 2638 del codice civile (qui)
L’appropriazione indebita – decisamente più lunga la lista degli indagati per presunta appropriazione indebita che coinvolge buona parte del management Bps. Per tutta la mattina i finanzieri del Nucleo Speciale della polizia valutaria di Roma, reparto di punta delle fiamme gialle, hanno proceduto ad acquisire documentazione dagli uffici della direzione generale ma anche di filiali come Todi e pare anche di altre città umbre. I provvedimenti emessi  dell’autorità giudiziaria sarebbero stati notificati anche in questo caso a Giovannino Antonini  ma anche a suo figlio Alberto, a Emilio Quartucci (responsabile direzione commerciale) e Marcello Siena (responsabile direzione credito), ai funzionari Alfredo Calistroni, Francesco Magnini e Marco Bietta, all’attuale revisore dei conti Scs Dante Cerbella, al consigliere di Brand Up (controllata di Scs) Alessandro Monaldi, ad un avvocato e a Cosimo De Rosa, Antonio Gentile, Paolo Rossi e Alessandro Lagonà.
Board estraneo – a quanto è dato sapere nessuna accusa viene mossa agli altri componenti del board vecchio e nuovo sia della PopSpoleto che della holding Scs.
La nota Bps – nel tardo pomeriggio è arrivata una scarna nota della PopSpoleto. Leggiamola: “Con riferimento alle notizie stampa diffuse in data odierna e relative ad attività di indagini e acquisizioni documentali presso la Banca da parte della Procura della Repubblica di Spoleto, la Banca Popolare di Spoleto, auspicando un rapido e positivo chiarimento in merito ai fatti oggetto di indagine, rappresenta di aver fornito la massima collaborazione all’Autorità Giudiziaria al fine del corretto accertamento dei fatti. La Banca Popolare di Spoleto ribadisce la piena fiducia nell’operato della Magistratura, confidando in una conclusione veloce della vicenda”.
Assemblea rinviata – Il comunicato del presidente D’Atanasio non entra nel dettaglio dell’inchiesta e neanche circa il presunto coinvolgimento dei suoi funzionari. La nota è arrivata al termine del Cda nel corso del quale è stato anche integrato l’ordine del giorno per l’assemblea straordinaria per l’aumento di capitale da 30 milioni di euro prevista dapprima per il prossimo 27 luglio e successivamente spostata al prossimo 10 agosto. “All’assemblea straordinaria – si legge nel documento – sarà sottoposta (ai soci, n.d.r.) la proposta di attribuzione al Cda di una delega ex art. 2443 c.c. ad aumentare il capitale sociale per complessivi massimi 30 mln €, e di una delega ex art. 2420 ad emettere obbligazioni convertibili, con eventuale opzione in capo all’emittente di rimborso anticipato e/o scadenza mediante consegna di azioni e/o denaro per massimi nominali 70mln di euro”.
Le reazioni – l’inchiesta che sta scuotendo la stessa regione, non esclusi ambienti della politica che seguono da vicino l’evolversi delle notizie, sembra non aver scalfito l’animo del presidentissimo che stasera ha raggiunto la Capitale. Antonini ad alcuni cronisti ha dichiarato di essere pronto a collaborare con la giustizia al fine di fare piena luce sulla vicenda. A leggere comunque alcuni dei nomi degli indagati, non è ancora chiaro come questi possano aver qualche nesso con l’oggetto della famosa Relazione che la Vigilanza aveva predisposto al termine della ispezione durata per tutto il primo semestre del 2010 (clicca qui).
La cena dell’imbarazzo – intanto potrebbe essere a rischio la cena-evento che Bps tradizionalmente offre ai suoi ospiti in occasione del concerto finale del Festival dei 2 Mondi. A sentire i bene informati sembra che il duo D’Atanasio-Tuccari, per nulla d’accordo a realizzare quella di domenica prossima al fine di contenere le spese, si sarebbe alla fine dovuto accodare alla decisione di Antonini che a quell’evento non vuol rinunciare. A costo di pagarlo, a quanto sembra, attingendo dalle sole e magre casse della Cooperativa che controlla Bps. Confermata la tradizionale location (la terrazza dell’Inpdap), affidato il catering e con gli inviti pronti ad essere spediti, i vertici dei due istituti starebbero ora riflettendo sulla opportunità o meno di confermare la cena di gala che rischia di creare più di qualche imbarazzo. Anche se, vale ribadirlo, allo stato dell’inchiesta siamo solo alle ipotesi di accusa.
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Modificato il 2 novembre 2016

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