Categorie: Salute & Benessere Terni

Inceneritore Terni, Comitato No Inceneritori “no a nuove autorizzazioni”

In Regione è partito ieri l’iter per l’inceneritore ex Printer, ora della Tozzi Holding, per valutare se dovrà (o non) passare per la Valutazione di Impatto Ambientale la richiesta di bruciare i rifiuti urbani e ospedalieri presentata in estate dalla società.

Il Comitato No Inceneritori Terni ha presentatato le sue osservazioni, ribadendo “che non possono essere date nuove autorizzazioni ad inceneritori a fronte dei dati emersi dalle analisi sugli alimenti, che dal 2011 vengono realizzati dal Ministero della Salute e ASL. Ciò che emerge ci sembra assolutamente sufficiente”.

Il Comitato fa notare che la richiesta di bruciare i rifiuti urbani e ospedalieri sia stata fatta a fronte dello scenario che il decreto “Sblocca Italia” aprirebbe sulla Conca: “La stessa TerniBiomassa ha infatti in questi mesi trasformato l’impianto, progettato a suo tempo con tecnologia a pirolisi, nella tipologia classica della combustione diretta (cioè l’inceneritore classico) proprio per poter rientrare tra gli impianti dello Sblocca Italia. Peraltro burlandosi di quanto concordato con il Comune a seguito della nostra diffida e dello stop che gli uffici comunali diedero alla richiesta dell’impresa di svolgere i lavori con la procedura edilizia: si parlava al tempo di sostituzione di parti dell’impianto mentre abbiamo appreso, solo qualche settimana dopo, che di fatto è stata completamente cambiata la tecnologia.”

In questi giorni -conclude il Comitato No Inceneritore- ARIA srl (ACEA) ha depositato la sua di richiesta, dopo un primo diniego della commissione regionale per vizi di forma e incompletezza delle informazioni. A compensare le mancanze è subentrato lo studio Quirini Engeenering, lo stesso che si occupa dell’altro inceneritore, che sembra molto competente in materia di modelli di previsione dei venti e quindi delle relative ricadute delle polveri emesse dagli inceneritori. Ma a nostro avviso il fatto che l’area densamente popolata di Borgo Rivo dopo anni di incenerimento abbia oggi un livello di contaminazione da diossine da prendere in considerazione, è abbastanza difficile da smentire, anche da esperti ingeneri”.