Categorie: Cronaca Spoleto

In ricordo di Nazzareno D’Atanasio, la lettera di un Amico

Egregio Direttore,

chi vi scrive non è un vostro concittadino, ma abito e vivo a Roma. Vorrei però ricordare un mio carissimo amico della vostra splendida città che quest’anno ci ha lasciato improvvisamente: Nazzareno D’Atanasio.

Ho collaborato con lui e avrei festeggiato a novembre di quest’anno i vent’anni di collaborazione lavorativa. Vede, mi sento di scrivere queste due righe, perché durante queste feste sento il dovere e l’onore di ricordare la sua figura. Nazzareno per me non è mai stato un datore di lavoro ma un amico, un fratello maggiore, con il quale abbiamo condiviso vari momenti della vita avendo il massimo rispetto l’uno dell’altro poiché alla base c’era un’amicizia solida che andava oltre il lavoro.

Io oggi mi sento vuoto; sei anni fa sempre sotto le festività’ natalizie ho perso mia madre e stranamente sto “subendo” lo stesso strazio di quei giorni. Nazzareno era un “grande”, ti aiutava nel momento del bisogno e ti riprendeva quando era il caso come fa’ un amico vero che non ha interessi subdoli o interessati.

Sono certo che dall’alto di dove è ora, sappia guidare i figli e la moglie  in questa grande e dura  esperienza di vita che si trovano loro malgrado a vivere.

Per quanto mi riguarda, a Nazzareno ho voluto bene e mi manca davvero tanto e so che veglia comunque sulla sua amata famiglia e sulla sua “creatura” lavorativa, la Maran,  che tanto ha perso senza più il suo faro guida.

Cio’ nonostante saprà sempre starci vicino e sono sicuro che Maria Teresa, i figli Edoardo e Camilla ed il fratello Fabio saranno in grado ed onorati di guidare la Maran in suo onore.

Io Nazzareno ti saluto come facevamo sempre al telefono dove mi dicevi “ciao boss” e io “ciao nazza”.

Chiedo scusa Direttore se ho “invaso” con questa mia piccola testimonianza il vostro giornale, ma ripeto, mi è venuto dal cuore, ricordare un caro amico e vostro concittadino che ci ha lasciato e che è stato per la vostra città una persona speciale quale lui era, con rispetto

Luca Silvestri