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Immaginario, dopo la rivoluzione. Sul palco del Pavone Garrel ricorda Vinti

In un incontro dal titolo “Dopo la rivoluzione”, in omaggio a quello che il cineasta francese Philippe Garrel ha raccontato con il suo cinema dopo il '68, è arrivato, inatteso, il ricordo proprio di Garrel per l'incontro che aveva avuto qui a Perugia con Paolo Vinti.
“Un rivoluzionario vero”, ha detto Garrel, a proposito dell'”indimenticato agitatore, animatore della scena culturale cittadina”, scomparso proprio un anno fa al termine della prima edizione di Immaginario.
L'incontro con Garrel, moderato da Enrico Ghezzi, è andato in scena ieri sera al Teatro Pavone. Insieme al cineasta francese, diversi “importanti autori di un cinema che amiamo”, secondo la definizione del direttore artistico dell'evento perugino Alessandro Riccini Ricci. “Un cinema in cui tutto sta con tutto, e ci sta benissimo”, lo ha descritto così il critico Enrico Ghezzi, moderatore dell'incontro.
Oltre a Philippe Garrel (“uno dei più grandi filmatori della storia del cinema”, nelle parole di Ghezzi), c'erano anche Pippo Delbono, Caroline Deruas e Catherine Libert.
“C'è più cinema italiano nei lavori di Garrel – ha ricordato Ghezzi – che in quelli di tanti autori italiani”. Dopo il dibattito con gli ospiti presenti, sono state tre le proiezioni andate avanti fino a tarda notte per intrattenere il numeroso pubblico presente in sala: “Les enfants de la nuit” di Caroline Deruas, “La Règle De Trois” di Louis Garrel, e per il gran finale “Un Été Brûlant” di Philippe Garrel.
La serata, invece, si era aperta con la proiezione di “Amore carne” di Delbono. “Un film visionario, di visioni, un film non fatto, ma disfatto” lo ha definito Ghezzi, il quale ha poi parlato “di un cinema di Delbono che sembra essere sempre correlato al suo teatro”. “Le mie – ha aggiunto infine il regista – sono immagini che esprimono un'urgenza, che arrivano dalla pancia. Il cinema vero è quello che ti riabitua a guardare, quando ormai si pensa che non ci sia più niente da guardare”.