Categorie: Economia & Lavoro Umbria | Italia | Mondo

IL COMITATO DEI LAVORATORI “A. MERLONI” CONTRARIO ALLE DICHIARAZIONI DELL'ASSESSORE REGIONALE ALLO SVILUPPO ECONOMICO ROSSI

di Gianluca Tofi (*)

Il Comitato dei Lavoratori Merloni dello stabilimento di Colle di Nocera Umbra riafferma la totale contrarietà alle dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi dall'Assessore Regionale allo Sviluppo Economico Gianluca Rossi che nuovamente propone di “chiudere il bando e avviare la fase di reindustrializzazione” e cioè di passare alla fase B dell'Accordo di Programma trasferendo il complesso industriale a “Invitalia” che dovrà occuparsi solo di vendere gli immobili e le attrezzature, senza più preoccuparsi del riassorbimento dei dipendenti in cassa integrazione.
Con la riapertura dei bandi, disposta dal Ministro dello Sviluppo Economico Romani a fine Maggio scorso, è stata infatti prorogata di un ulteriore anno l’amministrazione straordinaria del gruppo Antonio Merloni, con la conseguente proroga anche della cassa Integrazione straordinaria per i 2200 lavoratori degli stabilimenti umbri e marchigiani, necessaria per consentire l'esame delle proposte di acquisto (alcune già presentate) da potenziali acquirenti in grado di rilanciare l'intero gruppo industriale e riassorbire il maggior numero possibile di lavoratori.
Riguardo alla richiesta di riapertura del tavolo Istituzionale della Regione Umbria sulla vertenza Merloni, ricordiamo che lo stesso era stato costituito a Maggio 2010, con cadenza mensile, ma è stato convocato sole tre volte fino a Luglio dello stesso anno, perché né le Istituzioni locali, né sindacati ne hanno fatto più richiesta.
Il Comitato dei Lavoratori ha denunciato questa disattenzione al tavolo dei dieci Sindaci dei territori coinvolti tenutosi lo scorso 07 Giugno a Gualdo Tadino, ricordando che a Novembre 2010 il Comitato aveva presentato al Consiglio Regionale dell’Umbria una richiesta di convocazione di un Consiglio Regionale straordinario sulla vertenza Merloni.
Vista la posizione della Regione Umbria, che ha da sempre sostenuto e lavorato per il passaggio alla fase B, è necessario che i sindacati, che ancora non si sono dichiarati apertamente, chiariscano la loro posizione, perché non vorremmo che questa vertenza, e la drammatica situazione che stanno vivendo da anni oltre mille lavoratori, sia oggetto di scambio per raggiungere l'ennesimo accordo politico-sindacale “salva poltrone”, senza un reale interesse per la sorte dei lavoratori.
Non accettiamo inoltre che, prima i sindacati (perché non coinvolti in alcune decisioni prese dalla Regione Umbria) e ora le Istituzioni si sottraggano alle loro responsabilità, cercano di salvarsi le coscienze, dopo avere negato a noi lavoratori il diritto di partecipare escludendoli in modo ignobile dalle riunioni del tavolo regionale.
Giunti a questo punto, non servono le inutili manifestazioni fuori dai cancelli dello stabilimento o le solite scampagnate promosse da sindacati e partiti politici, ma occorre riaprire al più presto il tavolo istituzionale.
Il Comitato dei Lavoratori, ribadendo che la soluzione meno dolorosa in termini rioccupazionali sia quella della cessione in continuità che comprenda l'intero perimetro umbro-marchigiano, per questo chiede che la prima convocazione del tavolo avvenga a porte aperte presso lo stesso stabilimento di Nocera Umbra, per sentire cosa ne pensano i lavoratori, principali soggetti coinvolti ed interessati, riguardo al passaggio alla Fase B dell'Accordo di Programma e della cessione del complesso industriale a Invitalia.

(*) portavoce per il Comitato dei Lavoratori