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I SINDACATI IN PROTESTA CON L'ATENEO PERUGINO: LA QUESTIONE DEI PRECARI AGRICOLI

Ritorna la questione dei precari agricoli all'Università degli studi di Perugia: ancora una volta le organizzazioni sindacali Fai, Flai e Uila denunciano il comportamento intransigente dell'Ateneo in merito alla riassunzione del personale con contratto a tempo determinato impiegato in agricoltura.

“Nonostante le sollecitazioni scritte e verbali per attivare un Tavolo di confronto – hanno dichiarato dalle tre segreterie regionali – ancora oggi non abbiamo ricevuto alcun riscontro: questo ci fa pensare che c'è totale indifferenza dell'Università per quei lavoratori maggiormente penalizzati, ormai da decenni precari e, alcuni di loro, illusi da vane promesse di stabilizzazione. Teniamo a precisare che questi lavoratori hanno ricevuto l'ultima retribuzione a dicembre 2008 e che, ad oggi, non percepiscono nessun salario e sono totalmente scoperti da qualsiasi forma di ammortizzatori sociali”.

Il sindacato ha poi ricordato che “la stragrande maggioranza di questo personale ha la responsabilità di una famiglia con figli e, in una situazione così drammatica, si vede costretta a rivolgersi a strutture di accoglienza per soddisfare i propri bisogni primari. Dopo oltre quindici anni di precariato – hanno poi dichiarato – questi lavoratori risultano avere un'età anagrafica tale che non consente loro di essere ricollocati nel mondo del lavoro. L'Università deve smetterla di usare forme dure nei confronti di questo personale, nascondendosi dietro ad inaccettabili scuse quale la mancanza di fondi per la riassunzione dei precari agricoli”.

Fai, Flai e Uila regionali fanno sapere che “questa situazione non è più tollerabile. Pertanto -hanno continuato- invitiamo da subito il Rettore a convocare un Tavolo di trattativa che possa consentire risposte celeri e risolutive per dare a queste famiglie la possibilità di guardare al loro futuro con meno preoccupazioni. Il sindacato non abbandonerà mai questi lavoratori e pertanto, se le risposte non arriveranno entro questa settimana, si vedrà costretto a mobilitarsi ancora una volta”.