Gubbio e Gualdo

Gubbio, Marco Cardile candidato a sindaco del Pd | Ora la corsa diventa a 6

Il suo nome era già nell’aria da qualche giorno e ora è ufficiale: Marco Cardile sarà il candidato a sindaco del Pd, che correrà da solo alle prossime amministrative dopo l’alleanza negata da Stirati con il partito di Piazza Oderisi. Il 64enne cardiologo, attualmente consigliere comunale, è il sesto candidato sindaco, che si va ad aggiungere a Filippo Farneti (“Gubbio in Comune” e “Farneti per Gubbio”), Orfeo Goracci (“Gubbio Rinasce Libera” e “Giovani Territorio e Ambiente”), Marzio Presciutti Cinti (“Gubbio Rinasce, Riparte, Rilancia”, sostenuta da Lega, Fd’I e FI), Rodolfo Rughi (Movimento 5 Stelle) e Filippo Mario Stirati (“Scelgo Gubbio”, “Liberi e Democratici”, “Socialisti Civici Popolari”).

Il Pd eugubino, che dunque manterrà il proprio simbolo alle elezioni di maggio, dopo l’unione comunale di martedì sera ha però subito una notevole spaccatura interna, con 10 consiglieri dimissionari, in totale disaccordo con la decisione di abbandonare la coalizione del sindaco Stirati e imbastire in fretta e furia un’unica lista di partito.

Oggi troppi passaggi hanno disatteso le nostre indicazioni per poter rimanere ancora in silenzio ed inermi di fronte a questa grave situazione. – hanno scritto in una nota congiunta Nicola Aloia, Domenico Aloi, Ciro Carbone, Giovanni Manca, Christian Starace, Giorgia Vergari, Ilaria Pierini, Fabrizio Bellucci, Ugo Tacchi e Giuseppe PasseriDa parte della Segreteria, abbandonato frettolosamente il progetto civico, accantonato il cambiamento del PD e buttato a mare il comitato promotore del progetto civico, si è evidenziata tutta l’ipocrisia, scarsa lungimiranza e strumentalità nel non aver voluto perseguire quanto deliberato dagli organismi statutari. Per questo motivo intendiamo rassegnare le nostre dimissioni dalla segreteria e dall’Unione Comunale e chiediamo al commissario regionale on. Walter Verini di avocare a sé le funzioni del PD di Gubbio per non lasciarlo in mano a chi lo destinerebbe nuovamente all’opposizione ed ai minimi storici”.