Perugia

Grifo “retrocesso” due volte: le ragioni del cuore, della pancia e del portafoglio

In due mesi e mezzo – tanto è passato dalla notte di Perugia – Benevento che ha segnato la fine del campionato e il giudizio del Tar del Lazio di giovedì – il Grifo è “retrocesso” due volte in B.

Sul campo, al termine di una stagione iniziata male e proseguita peggio (con un solo sussulto invernale che aveva illuso molti) eppure terminata con il rimpianto di aver dovuto salutare la B per un solo punto, nonostante tutto.

E, almeno per il momento, nelle aule dei tribunali, con il Tar del Lazio che ha ribaltato il verdetto della giustizia sportiva, riammettendo il Lecco in nome di un presunto “errore” della Federazione. Che si è schierata – in un modo giudicato anomalo anche dal presidente della Prima Sezione del Tar del Lazio, Francesco Arzillo – a fianco del Lecco. Derogando a quella “perentorietà” che gli stessi organi sportivi si erano dati nel tentativo proprio di evitare pericolose interpretazioni. E in nome del “risultato sportivo” facendo pagare, di fatto, al Perugia l’errore che la stessa Federazione avrebbe commesso – per sua ammissione – non avendo a suo tempo risposto alla richiesta di deroga avanzata dal Lecco per poter fornire le carte circa la regolarità dello stadio in cui disputare le partite interne, dopo lo slittamento dei playoff.

Giorni di riammissione virtuale in B – dopo il verdetto del Collegio di Garanzia del Coni – che i tifosi del Perugia hanno vissuto con sentimenti contrastanti. Anche perché su questa vicenda si è innestata quella della trattativa, poi impantanatasi (e sulla quale in molti, ora, nutrono dubbi) per il passaggio di mano della società.

Da una parte la consapevolezza del terribile campionato disputato lo scorso anno. D’altra, però, c’è il venir meno di regole di fronte alle quali, per altri club (tra cui lo stesso Perugia), in passato non ci sono stati sconti. E da questo punto di vista, il fatto che sia il Perugia a dover pagare colpe “burocratiche” non sue è un’ingiustizia. Tanto più che il Grifo, in questi giorni, si è visto accerchiato, avendo contro non solo, legittimamente, il Lecco, ma anche gli altri 18 club di B, la Figc, la stampa nazionale. Tutti pronti a sostenere “la favola Lecco”, dimenticandosi di quando, però, la ragion di Stato favorì il salto di categoria di piazze importanti (vedi Firenze) a discapito di altre “favole” di provincia. Ma in certi casi, il portafoglio nella tasca della giacca pesa più del cuore.

Certo, l’eventuale verdetto favorevole della giustizia amministrativa vanificato dalla vicenda dei bagni carenti del Curi avrebbe rappresentato una beffa ancora maggiore. Problema che, per ora, anche il Comune ha scampato. Almeno fino al 29 agosto (o prima, se l’udienza del Consiglio di Stato sarà anticipata), giorno del verdetto definitivo di una vicenda, comunque vada a finire, paradossale.