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Grande successo della giornata in memoria della strage di Nassiriya promossa da “I Cento Comuni”

Era gremita la Sala Monterosso di Villa Redenta ieri mattina per il convegno sul tema “Il significato della Pace, della Libertà, dell’Onore e della Patria nel XXI sec.” promosso dall'associazione culturale I Cento Comuni in occasione della ricorrenza del decennale della strage di Nassirya. Tra la platea c'erano anche quattro classi delle scuole superiori di Spoleto, che hanno assistito con grande interesse e partecipazione all'iniziativa, che ha coinvolto il Tenente Colonnello Gianfranco Paglia, medaglia d'oro al valore militare, tra i protagonisti di uno scontro a fuoco tra le truppe italiane a Mogadiscio ed alcuni ribelli somali avvenuto nel 1993 e che, per salvare alcuni suoi commilitoni, ha perso l'uso delle gambe.

Ad aprire la mattinata, dopo i saluti del presidente dell'associazione I Cento Comuni, Manrico Profili, che ha ribadito l'importanza di promuovere iniziative di questo tipo soprattutto coinvolgendo i giovani, è stato l'intervento dell'assessore provinciale Piero Mignini, che riprendendo i concetti del Presidente Profili ha ricordato il valore sociale che hanno sempre più al giorno oggi la pace, la libertà, l'onore e la patria, che invece di essere anacronistici sono sempre più attuali. Presenti all'iniziativa anche il sindaco di Spoleto Daniele Benedetti e l'assessore all'istruzione Battistina Vargiu, oltre ai rappresentanti delle Forze dell'Ordine Locali e Provinciali. Presenti in sala anche il Consigliere Provinciale Giampiero Panfili e il Consigliere Comunale Gianmarco Profili.

Ad entrare nel vivo del convegno, moderato dalla giornalista Ilaria Bosi, è stato un filmato riassuntivo della vita e dell'esperienza di Paglia, con alcuni spezzoni del film “Le ali” e di un documentario de “La storia siamo noi”. Un video toccante che ha dato lo spunto agli studenti presenti di approfondire con varie domande la storia del Tenente Colonnello, che è anche deputato. “Quando ho vissuto quell'esperienza avevo 23 anni – h spiegato – ed era la mia prima missione, ma ho voluto continuare ad essere operativo. Come ho superato quei momenti? Non lo so nemmeno io, me lo chiedo ancora oggi… Mi sono sempre ritenuto fortunato, quando un soldato parte sa che può anche morire”.

Al termine del dibattito la cerimonia si è spostata davanti al monumento ai caduti nelle missioni internazionali per la pace, in via Caduti di Nassyria.