Spoleto

Frode sul bonus facciate, scoperta società fittizia. Sequestrati crediti e quote per oltre 20 milioni

Sequestrati crediti per 9 milioni di euro e quote societarie, per un valore complessivo di circa 20 milioni di euro, a 4 società tra cui una che fino a un anno e mezzo fa aveva sede a Spoleto e che avrebbero messo in campo una maxi frode sul “bonus facciate”.

Il sequestro preventivo è stato eseguito dalla Guardia di finanza dopo un decreto firmato dal gip di Perugia su richiesta della Procura del capoluogo umbro.

Bonus facciate, 4 società coinvolte nella presunta frode

Secondo le accuse, le società in questione avrebbero messo in piedi una truffa relativa al cosiddetto “bonus facciate”, ovvero l’agevolazione fiscale, introdotta dal Governo per rilanciare l’economia dopo la crisi generata dalla pandemia e consistente nella detrazione d’imposta delle spese sostenute, per interventi finalizzati al recupero o restauro degli esterni degli edifici. L’operazione trae origine dall’attività di analisi condotta dai finanzieri del Gruppo investigazione criminalità organizzata e volta ad individuare profili di rischio connessi all’utilizzo distorto delle diverse misure agevolative, previste dalla legislazione emergenziale sotto forma di crediti di imposta cedibili a terzi — originariamente, senza limitazione alcuna, attraverso una piattaforma informatica predisposta dall’Agenzia delle Entrate — ed utilizzabili in compensazione per l’assolvimento di debiti tributari, mediante modello F24, o monetizzabili presso banche ed altri intermediari finanziari.

Società con sede a Spoleto e poi a Roma con 1 solo dipendente

In tale contesto, è emersa, in particolare, la posizione di una società, operante nel settore della consulenza aziendale, con sede legale, fino alla seconda metà del 2020, a Spoleto e successivamente a Roma. Impresa che, secondo gli inquirenti, in realtà non sarebbe stata operativa, vedendo tra l’altro un unico dipendente (residente a Perugia). La stessa – dopo articolate concatenazioni di cessioni da parte di imprese, prive della benché minima struttura ed operatività aziendale, e di persone fisiche, gravate da precedenti penali e con limitate disponibilità reddituali, per lo più residenti in Campania – avrebbe acquisito la titolarità di crediti artatamente creati, in parte, ancora presenti nel proprio cassetto fiscale ed, in parte, ceduti ad intermediari finanziari e, quindi, monetizzati.

Incongruenze fiscali e finanziarie

Le evidenti incongruenze fiscali, economiche e finanziarie, tanto in capo ai soggetti che hanno generato i crediti sul bonus facciate quanto alla società cessionaria, nonché le anomalie delle transazioni e dei dati inseriti nella piattaforma web di cessione dei crediti sono stati ritenuti concreti e sufficienti indizi dell’esistenza di uno strutturato meccanismo fraudolento.

Il gip, valutata la configurabilità delle ipotesi di reato di emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti (di cui all’articolo 8 del decreto legislativo n. 74/2000) e truffa (articolo 640 del codice penale) in accoglimento della richiesta formulata dal pubblico ministero, ha disposto il sequestro delle quote societarie e di crediti, attualmente presenti nel cassetto fiscale, pari a quasi 9 milioni di euro.