Città di Castello

Festival Nazioni, Castello Cambia “Rinnovo Consiglio direttivo illegittimo” | Furia Bacchetta

Durante le “comunicazioni” dell’ultimo Consiglio comunale tifernate, che ha avuto luogo lunedì 23 gennaio, il sindaco di Città di Castello Luciano Bacchetta ha voluto proporre all’aula la lettera aperta del gruppo ‘Castello Cambia’ sul rinnovo e il futuro del Festival delle Nazioni, da lui giudicata “un controesempio esemplificativo di come dovrebbe cambiare il modus operandi del consiglio comunale, per iniziare a lavorare in un clima meno turbolento e più fruttuoso, attraverso un confronto duro ma corretto e con una cognizione di causa che a volte non c’è”.

La lettera aperta – Nel documento, in sintesi, Castello Cambia sostiene che il rinnovo dei componenti di nomina comunale del Consiglio direttivo del Festival, a scadenza di legislatura, è stato illegittimo e che i consiglieri riconfermati dal Comune non abbiano rispettato il “patto” stretto con il sindaco di dimettersi subito dopo. Il gruppo di opposizione ha chiesto infatti una verifica sulla correttezza delle procedure alla segreteria generale del Comune, ha invitato i parlamentari a vigilare e le associazioni culturali ad esprimersi in merito.

Questo un estratto della lettera di Castello Cambia:

Sul rinnovo consapevolmente non trasparente del Consiglio Direttivo del Festival delle Nazioni si denuncia che il sindaco si è arrogato, al di fuori di ogni normativa statutaria, e dunque in maniera assolutamente illegittima, il potere di confermare (nel 2015, per un solo anno) con atto personale i consiglieri uscenti, definendo questo un “patto tra gentiluomini”. Un patto (come ha ricordato il Sindaco in commissione) che avrebbe dovuto portare alle dimissioni spontanee, l’anno successivo, da parte dei reincaricati “ad personam” per consentire il normale avvicendamento delle cariche. Non essendo avvenuto questo, descrive lo spessore dei gentiluomini in seno al direttivo dell’Ente Festival e la gravità della bizzarra prassi attuata dal Sindaco che in veste istituzionale non può stringere un “gentiluomo accordo” come se fosse un’intesa cordiale tra privati. Il suo modo di operare resta dunque illegittimo e censurabile sotto ogni punto di vista […] 

Se c’è una cosa illegittima è dire che è illegittimo che il sindaco faccia le nomine  ha dichiarato Bacchetta – Il Comune ha attivato tutte le procedure previste dalle legge e ha riconfermato i suoi 4 rappresentanti, nel rispetto rigoroso di ogni norma. Altra cosa è il merito politico: ho esercitato una moral suasion sui soci privati per un avvicendamento, per altro avvenuto in questi giorni. Se questa è la risposta alla domanda di Castello Cambia, gli attacchi personali e i toni pesantissimi contenuti nel documento sono del tutto gratuitiha aggiunto il sindacoQuesto sistema non può continuare, siamo fuori dalla buona creanza: il risultato elettorale non si recupera con tale aggressività“.

La legittimità della procedura era verificabile con una semplice istanza alla segreteria del sindaco; invece, come sempre, si è preferito alzare un polverone su un elemento che non esiste: perché le procedure sono state rispettate. Qualche contromisura, non sul piano politico, va presa. Per la tutela personale politica e morale attacchi indegni meritano risposte molto chiare. Il capogruppo di Castello Cambia Colombo è stato anche candidato sindaco e risponde politicamente degli atti del suo gruppo

Questa lettera aperta non ci sarebbe stata se il sindaco avesse avuto l’educazione di rispondere alla precedenti  ha risposto Vincenzo Bucci, consigliere di Castello Cambia – Lei per primo ha rilasciato giudizi pensanti verso chi aveva nominato. Reputo censurabile anche che la Provincia non abbia nominato mentre la comunità montana in liquidazione sì. Se la strada scelta dal sindaco è di denunciare Castello Cambia faccia pure, risponderemo con la stessa moneta. Noi pensavamo di affrontare la cosa in termini politici ma se diventano materia per la magistratura, allora varrà per tutti gli argomenti”.

Andrea Lignani Marchesani, capogruppo di Fratelli d’Italia, ha sostenuto che “la proroga non fosse l’unica opzione, potevano essere confermati o non confermati. Nominare a ridosso delle elezioni si presta a strumentalizzazioni. Sul presidente vorrei fare una riflessione: uno come Giubilei va sostituito con un alternativa dello stesso peso. Ha trovato sponsor e risorse ma questi inserzionisti non hanno rinnovato perché il Festival non dà ritorno di immagine. Mi soffermerei più sul programma provvisorio in cui manca un evento top sulla 50° edizione. E’ giusto investire in futuro? Con la magistratura infine non ci si deve mai avere a che fare”.

Cesare Sassolini, capogruppo di Forza Italia, rimarcando che “il Festival non funziona“, ha criticato il sindaco per aver “anticipato un argomento del consiglio. Questo metodo premia chi alza più il tiro. Inoltre finora il patto non scritto è stato no querele. Se il sindaco ha deciso di cambiare le regole del gioco, dobbiamo saperlo. Lei minaccia velatamente di passare ai fatti: deve specificare quali sono. C’è ancora libertà di espressione? Subiamo Charlie Hedbo, possiamo resistere anche agli improperi di Colombo e Bucci”.

Io non ho parlato di magistratura quando il problema è solo politico – ha replicato il sindaco – Le procedure sono regolari”.