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FESTA BEATO BONILLI: MONS. CECCOBELLI “CERCHIAMO DI IMITARLO COGLIENDO LA VOCE DEI POVERI” (fOTO)

È stata celebrata ieri la solennità del beato Pietro Bonilli, apostolo della Famiglia e della Carità. Il complesso del Santuario, a lui dedicato, di Cannaiola di Trevi, al mattino ha accolto i diversamente abili provenienti da varie parti dell'Umbria, che hanno potuto assistere alla messa presieduta da padre Franco Buonamano, direttore del Centro diocesano per l'Evangelizzazione. Erano presente i tre istituti della Sacra Famiglia di Spoleto che ospitano donne disabili – Montepincio di Spoleto, Lacrime di Trevi e Pozzuolo sul Trasimeno – ma anche rappresentanze della casa Oami di Baiano e dell'Unitalsi locale. La solenne concelebrazione eucaristica si è tenuta, poi, nel tardo pomeriggio, presieduta da S. E. mons. Mario Ceccobelli, vescovo di Gubbio e delegato per la Pastorale familiare dalla Conferenza Episcopale Umbra (Ceu). Al suo fianco, il vicario generale dell'Arcidiocesi di Spoleto-Norcia, mons. Luigi Piccoli, e il rettore del Santuario di Cannaiola, don Sem Fioretti. Presente anche il capitolo generalizio delle Suore della Sacra Famiglia e, per le istituzioni civili, il sindaco di Trevi Giuliano Nalli, che ha ufficializzato l'offerta dell'olio per la lampada votiva, e l'assessore Gilberto Stella, in rappresentanza del comune di Spoleto. “Il nostro Beato – ha proferito il presule durante l'omelia – intuì che l'opera pastorale primaria, urgente e fondamentale, era quella di ripartire dalla famiglia, cellula vitale della società e della Chiesa, per ricostruire sia la società sia la comunità cristiana – E, riferendosi al presente, ha aggiunto – Anche noi oggi viviamo la stessa urgenza e non possiamo rimanere indifferenti al dissolversi di questa fondamentale istituzione. Le separazioni e i divorzi sono sempre più numerosi. I genitori non sono in grado, se non in rari casi, di svolgere il loro compito primario di educare i figli, non solo alla fede e alla vita cristiana, ma anche ai valori del vivere civile. La famiglia tende a delegare i suoi compiti alla scuola e in genere alla società, in particolare alla televisione e alla stampa”. Accanto al richiamo all'imitazione della carità verso i poveri del Bonilli, dunque, il vescovo di Gubbio ha posto un forte accento sulla povertà forse più triste, che riveste la crisi della famiglia. Tema ripreso a gran voce dall'arcivescovo di Spoleto-Norcia, mons. Riccardo Fontana che, sabato 25 aprile, ha presieduto la celebrazione, durante la “festa delle famiglie”, sempre a Cannaiola di Trevi. Mons. Fontana ha parlato di un rapporto 'formale' che spesso si vive tra genitori e figli di oggi, dove esiste la concezione dell'amore che finisce e dove il compito educativo è affidato ai media, dai quali si impara che esiste il bello e il giovane, dove tutto il resto è da scartare. “Un mondo non solo di cartone ma anche pericoloso”, ha affermato il presule, che ha riportato invece l'attenzione sulla disoccupazione e sul rischio di disoccupazione degli umbri, da qui a un anno, e su altri 'dolori' che sono reali. “Il dolore esiste – ha continuato – è possibile però lenirlo. Il progetto delle famiglie riparte dalle cose semplici. E bisogna rimettere al primo posto l'amore. Tutto il resto viene dopo”. Questo il messaggio che Fontana ha voluto lasciare alle centinaia di persone presenti, venute da tutta Italia ad onorare l'Apostolo della Famiglia. Presenti gruppi da Benevento, da Montecalvo, dalle Marche e da tutte le comunità in cui la presenza del Bonilli è viva grazie alle 'sue' Suore della Sacra Famiglia di Spoleto.