Categorie: Cronaca Umbria | Italia | Mondo

FALSI INVALIDI, PER L'ONMIC BENE I CONTROLLI, MA SI EVITI PERSECUZIONE A CHI PERCEPISCE LA PENSIONE

In seguito alla recente lotta ai “falsi invalidi” dell'Inps in Umbria e nel resto d'Italia, è intervenuto oggi il presidente della sezione umbra dell'Opera nazionale mutilati e invalidi civili Stefano Babucci, approvando i controlli, ma chiedendo che non si finisca per colpire i veri invalidi.

“Si stima che in Italia tra il 40 per cento ed il 60 per cento della gamma di contributi diretti agli invalidi civili presenti delle irregolarità o delle mancanze di congruità: tutto questo va esclusivamente a svantaggio dello stato e dei veri invalidi, che sono tanti e vivono situazioni di disagio reale, spesso ai limiti del dramma. È quindi giusto che finalmente si faccia luce su un fenomeno sul quale nel nostro paese hanno speculato migliaia di persone e che ha portato al collasso quella forma di stato sociale che la crisi economica mondiale sta mettendo in crisi”.

“Non ritengo giusto ed obiettivo, pertanto- ha detto Babucci- gridare solo adesso allo scandalo, quando si effettuano controlli accurati e capillari da parte delle istituzioni, i cui risultati delle ultime settimane, non a caso, stanno producendo revoche di pensioni, contributi e di molti altri di quelli che la gente comune percepisce spesso come 'benefit' dei disabili”. “Nello stesso tempo – continua Babucci – non bisogna effettuare generalizzazioni o procedere ad operazioni di criminalizzazione del disabile. Troppo spesso, infatti, veniamo guardati con sospetto: in questo senso bisogna assolutamente evitare che si instauri nella mentalità comune l'equazione che dietro ogni disabile c'è un potenziale truffatore. Nessuno di noi è uno sprovveduto: è ovvio che dietro al dato dell'Umbria, prima regione d'Italia per percentuale di invalidi civili, si nascondano molti casi quanto meno sospetti: per questo motivo sono necessari controlli rigorosi sui singoli casi, ma anche controlli sui controllori e sui certificatori 'facili' di handicap e percentuali di invalidità. Nello stesso tempo si evitino operazioni opposte, per fare 'cassa' o per poter snocciolare numeri e cifre frutto di operazioni effettuate con criteri talmente restrittivi – conclude Babucci – da trasformarsi essi stessi in elemento discriminatorio per chi vive davvero i problemi dell'invalidità”.