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Falsi corsi per giornalisti / Condannato l'imprenditore che prometteva il “tesserino” per 4800 euro

Sara Minciaroni

Erano una truffa quei corsi per giornalisti. A stabilirlo è stata oggi pomeriggio la sentenza di primo grado emessa dal giudice Marino Albani. Guerrieri Antonio in qualità di legale rappresentante della ’3 Millenium Publisher Srl’ con sede legale in Ponte San Giovanni, proprietaria della testata ‘Era2000’ e amministratore unico della ‘AGSL Srl’, società organizzatrice di corsi per giornalisti pubblicisti è stato condannato a otto mesi di reclusione e 400 euro di multa. Si chiude così il primo capitolo di una vicenda iniziata nel 2005.

Appello? Tra novanta giorni saranno pronte le motivazioni della sentenza e a quel punto l'avvocato Chiara Ferrari (che in una lettera TO ha contestato un nostro precedente articolo) deciderà se fare appello per il suo assistito. Resta il fatto che il Guerrieri è stato ritenuto responsabile di tutti i reati a lui contestati dalla Procura.

Truffa e falsa identità. Il 57enne originario di Napoli era stato rinviato a giudizio per truffa. Secondo l’accusa il titolare della società organizzatrice dei corsi per giornalisti pubblicisti, “al fine di procurare per sé o altri un ingiusto profitto, con artifici e raggiri consistiti nel pubblicizzare un corso di giornalismo, che dopo 5 settimane consentiva di pubblicare articoli retribuiti e al termine dello stesso l’iscrizione automatica all’albo dei giornalisti pubblicisti, a fronte del pagamento di 4.800 euro”. Sempre secondo l’accusa l’imputato avrebbe anche mentito rispetto alla propria identità, qualificandosi con un nome diverso alla giovane che poi ha denunciato la truffa.

La vicenda. Tutto ha avuto inizio nel 2005 quando una ragazza, ma non sarebbe stata la sola, ha sottoscritto l’iscrizione al corso e il contratto di lavoro per la pubblicazione degli articoli proprio sull’inserto di “Era 2000”, rivista utilizzata secondo gli inquirenti per lo svolgimento dello stage. La ragazza ha versato prima un anticipo di 150 euro e successivamente altre somme per un importo complessivo di 1356 euro. Quando non ricevendo i dovuti compensi la giovane ha sporto formale denuncia sono scattate le indagini della Guardia di Finanza. E’ così emerso che oltre alle denuncia della corsista vi erano altri ragazzi dubbiosi sulla qualità del corso.

L’ Ordine si è costituito parte civile. A costituirsi parte civile nel procedimento penale è stato anche l’ Ordine dei Giornalisti dell’Umbria, attraverso gli avvocati Cristina Rastelli e Simone Budelli, che si è trovato costretto a valutare le innumerevoli istanze presentate dagli iscritti al corso che pensavano di poter ottenere il tanto agognato “tesserino”. Ma i requisiti non c’erano: mancavano le retribuzioni tali da garantire i due anni di collaborazione con una testata regolarmente registrata. L’Ordine quindi si è trovato costretto a valutare le tantissime richieste senza poterle accogliere con un aggravio di lavoro e spese burocratiche.