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Facebook “piazza virtuale; insulti sono molestie” così la Cassazione

Facebook va considerato come un “luogo aperto ed accessibile al pubblico” e pertanto chi scrive insulti sulle bacheche altrui può essere perseguito, a norma dell’articolo 660 del codice penale, per il reato di molestie. E’ la storica decisione presa qualche giorno fa dai giudici della Corte di Cassazione che mettono così fine a quanti approfittava del vuoto legislativo per scrivere frasi poco rispettose. Per gli ermellini dunque Facebook, come pure i social network, devono considerarsi come una vera e propria piazza (virtuale) che consente un “numero indeterminato di accessi e visioni”. Evidente che il legislatore non poteva immaginare l’evoluzione scientifica che ha portato al cambiamento epocale della comunicazione tramite internet e i social network. “Sembra innegabile – si legge nel dispositivo – che la piattaforma sociale (disponibile in oltre 70 lingue, che già ad agosto del 2008 contava i suoi primi cento milioni di utenti attivi, classificata come primo servizio di rete sociale) rappresenti una sorta di agorà virtuale. Una ‘piazza immateriale’ che consente un numero indeterminato di accessi e di visioni, resa possibile da una evoluzione scientifica, che certo il legislatore non era arrivato ad immaginare. Ma che la lettera della legge non impedisce di escludere dalla nozione di luogo e che, a fronte della rivoluzione portata alle forme di aggregazione e alle tradizionali nozioni di comunità sociale, la sua ratio impone anzi di considerare”.

La sentenza arriva dopo una causa durata 6 anni, avviata da una giornalista di Livorno che non aveva apprezzato certi ‘commenti’ fatti da un collega della sua stessa redazione per una foto pubblicata sul proprio profilo FB. Assolto in primo grado, condannato in appello nel 2010, il poco galante giornalista ha potuto beneficiare della prescrizione del reato. Ma la sentenza ha l’indubbio merito di colmare un vuoto legislativo dietro il quale si sono fin qui nascosti i più facinorosi internauti. Un principio che probabilmente da oggi porterà ad aumentare le azioni giudiziarie per minacce, diffamazione e calunnie commesse sui social network.

Questo il testo integrale: Sentenza Cassazione Facebook piazza virtuale