Città di Castello

Ex Fisadorelli, Secondi “Faremo di tutto per mantenere sede tifernate”

Su richiesta della Rsu aziendale di Industria Umbra (ex Fisadorelli) e delle organizzazioni sindacali di categoria (Slc Cgil e Fistel Cisl) e confederali (Cgil e Cisl territoriali) si è svolto oggi (12 novembre) l’incontro con il sindaco di Città di Castello Luca Secondi, per fare il punto sulla vertenza aperta dopo la decisione della direzione aziendale di trasferire produzione e maestranze a Fossato di Vico e di fatto chiudere la storico stabilimento di Città di Castello.

Le rappresentanze sindacali hanno ripercorso gli ultimi avvenimenti e confermato la contrarietà verso la decisione unilaterale aziendale, chiedendo, come avvenuto in occasione dell’incontro con l’assessore regionale allo Svilippo Economico Fioroni, “un intervento istituzionale forte, attraverso tutte le azioni necessarie a non disperdere un patrimonio di professionalità e una produzione storica per il territorio tifernate“.


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Il sindaco tifernate ha dichiarato che metterà “in campo tutta la strumentazione necessaria per favorire il mantenimento delle attività manifatturiere nel presidio attuale, anche attraverso una rimodulazione tariffaria, sottolineando che occorre evitare fenomeni di dumping territoriale o regionale“. Di conseguenza, il primo cittadino coinvolgerà le associazioni datoriali territoriali per “costruire, insieme al sindacato, tutti i percorsi utili a non perdere posti di lavoro, in un comparto di grande rilevanza che può essere ulteriormente potenziato utilizzando le risorse del Pnrr, per dare vita a un distretto grafico-cartotecnico a Città di Castello“.

Si è inoltre condivisa la necessità di costruire un tavolo di confronto composto da enti coinvolti (Regione e Comune), Rsu, organizzazioni sindacali e direzione aziendale. Pochi giorni fa anche l’assessore Fioroni aveva dichiarato come la Regione abbia già “messo a disposizione tutti gli strumenti per coloro che non vogliono trasferirsi, tenendo conto che beneficerebbero di Naspi (indennità di disoccupazione) per un massimo di 2 anni“.