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Esche avvelenate, l'Umbria ai primi posti per questa pratica illegale

E ‘disponibile on line l'opuscolo “No ai bocconi avvelenati – Fauna selvatica”, realizzato dalla Provincia di Perugia (Servizio Gestione Faunistica e Protezione Ambientale). Il prodotto, che presto sarà anche cartaceo, nasce dalla necessità, sempre più evidente in Umbria, di prevenire il fenomeno delle esche avvelenate, che ogni anno uccidono numerosi esemplari di specie animali, anche protette.

Basti pensare che la nostra regione detiene il primato di queste pratiche illegali. Il progetto nasce dal lavoro del personale interno al Servizio Gestione Faunistica e Protezione Ambientale, che ha messo in campo specifiche competenze e professionalità per redigere i testi, rivolti a un vasto pubblico, accompagnati da foto che testimoniano la ricchezza dei nostri boschi, abitati da svariate specie di animali, anche rare e minacciate. Riferimento indispensabile per la sua realizzazione è stata la brochure “No ai bocconi avvelenati”, già prodotta dallo Sportello a 4 zampe e dalla Polizia provinciale, che si occupava del problema e delle sue ripercussioni sulla fauna domestica.

Un opuscolo che, a detta dei promotori, ha avuto il merito di “avviare un percorso interno al nostro Ente di riflessione e consapevolezza, per renderlo promotore di un cambiamento culturale indispensabile per debellare il fenomeno”. Il nuovo opuscolo, consultabile sulla welcomepage di caccia/pesca/ambiente e sulla pagina dello Sportello a 4 zampe del portale della Provincia di Perugia, rappresenta un primo passo, a cui farà seguito, a gennaio, un evento formativo in collaborazione con il Parco Gran Sasso e Monti della Laga.

“I bocconi avvelenati uccidono indiscriminatamente innumerevoli specie appartenenti sia alla fauna domestica che a quella selvatica” – sostiene il Presidente Marco Vinicio Guasticchi -. Mentre per gli animali domestici c'è qualche speranza di salvezza con un intervento immediato del veterinario, per i selvatici l'ingestione di bocconi avvelenati significa morte certa fra grandi sofferenze e con il pericolo di contaminare, attraverso la catena alimentare, altri animali. Poiché la fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato, e quindi di tutti noi, come Provincia abbiamo il dovere etico e istituzionale di prevenire e eliminare questo fenomeno, soprattutto attraverso l'informazione. E' necessario far capire a tutti la pericolosità e l'assurdità di questa pratica e trovare, nel nostro percorso verso la legalità e la sicurezza, partner e sostenitori fra tutti coloro che, dal nostro territorio, traggono benefici e lo presidiano, nell'interesse comune della sua integrità e salvaguardia”.