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Elezioni Quintana / Verso il ‘Mini mandato’ per Metelli

Il paragone è certamente azzardato, ma – ironia della sorte – sembra quasi esserci un parallelismo tra Palazzo Candiotti e Quirinale, tra l’altro entrambi in pieno fermento pre elettorale ed alle prese con il tormentone del ‘toto presidente’.

Dopo il lungo mandato di Napolitano, tutti a sbracciarsi, da destra e sinistra, per portare aria fresca, novità, cambiamento, discontinuità.

Sembrava di essere all’alba di una nuova era, poi però, paradossalmente, gli stessi rinnovatori non ebbero nè la forza nè tantomeno i numeri per voltare pagina, e andò a finire come andò a finire: con il presidente ‘costretto’ ad andare avanti, ma con un mandato a termine e l’obiettivo preciso di impostare le grandi riforme.

Il Capo dello Stato venne ‘tirato per la giacchetta’ e praticamente ‘costretto’ a rimanere incollato alla poltrona, qui la situazione è effettivamente diversa, anzi opposta, con la poltrona presidenziale che invece vorrebbe essere sfilata al presidente in carica, ma senza aver ancora individuato un nuovo potenziale occupante, mentre gli ‘aspiranti al trono’ usciti recentemente allo scoperto, non sembrano aver minimamente scalfito la fase di stallo.

Intanto però il tempo scorre: entro 72 vanno depositate le candidature alla carica di presidente, vicepresidente e magistrati.

E dopo lo proroga già concessa sarebbe assurdo concedere un ulteriore prorogatio.

La via d’uscita? Quella – per l’appunto – già adottata da istituzioni di ben altro livello per l’empasse del Quirinalle, ovvero un ‘mandato a termine per le riforme ed il rinnovamento’.

All’orizzonte non s’intravede ancora nessuno pronto a sfidare Domenico Metelli, d’altra parte però, cinque rioni su dieci non hanno intenzione di sostenerlo e l’elettorato è spaccato a metà, con 75 consiglieri rionali ‘metelliani’ ed altrettanti pronti a disertare in massa le urne quintanare, anche per evitare che qualche ‘franco tiratore’ nel segreto della cabina lasci sfuggire la matita sul nome del presidentissimo.

Sul mandato a termine ci sono invece margini di trattativa: i segnali d’apertura si sono registrati dopo il vertice di domenica scorsa, con Morlupo, La Mora, Giotti e Pugilli pronti a valutare un incarico di due anni sino al settantennale, durante il quale rivedere alcuni aspetti fondamentali della manifestazione e degli eventi collaterali. Un biennio per preparare il ricambio dei vertici ed andare a nuove elezioni.

Il fronte composto da Contrastanga, Badia, Cassero, Spada e Croce Bianca cerca invece di spuntare un triennio di legislatura senza sbocco diretto alle urne, ma con la possibilità di verifica ed eventuale prosecuzione dell’incarico sino alla scadenza naturale.

Resterebbe invece sulla linea del cambiamento totale il rione Ammanniti che non vede di buon occhio l’ipotesi del ‘mini mandato’.

Le diplomazie quintanare sono ora al lavoro su questi dettagli, che proprio dettagli non sono…

Altro nodo da sciogliere riguarda la compagine che dovrebbe affiancare Metelli: i cinque rioni riformisti punterebbero ad inserire in squadra propri rappresentati, cinque su otto, ma il presidente vuol tenersi ben stretti i suoi uomini così come la vicepresidente Maria Rita Lorenzetti.

E tra gli addetti ai lavori c’è chi punta su Guido Tofi come prossimo presidente, magari assegnandogli proprio la carica di vice per poi eleggerlo al termine del ‘mini mandato’.

Questa sera dovrebbe esserci un nuovo vertice, intanto le 18 di venerdì 30 gennaio si avvicinano e qualche nome dovrà essere protocollato dalla segreteria di Palazzo Candiotti: il sei febbraio sono convocate le elezioni, ed il mondo quintanaro – stavolta senza alcuna distinzione – non vuol fare brutte figure, vada come vada.