Città di Castello

Elezione Presidente Consiglio comunale, subito scintille durante insediamento

E’ stata l’elezione di Vincenzo Tofanelli (Pd) a Presidente del Consiglio comunale il primo atto della massima assise tifernate, insediatasi ieri pomeriggio (mercoledì 29 giugno) in Municipio: la nomina è avvenuta in seconda votazione (maggioranza semplice) da parte di Pd, Psi e La Sinistra per Castello con 16 voti, mentre le opposizioni (Tiferno Insieme, Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega Nord, Movimento 5 stelle, Castello Cambia) hanno proposto congiuntamente Marco Gasperi, capogruppo dei pentastellati, che ha ottenuto 9 voti ed è stato eletto come vice nell’Ufficio di presidenza.

L’opposizione contesta – Ad aprire le “polemiche” danze è stato Roberto Colombo di Castello Cambia. E’ stato proprio quest’ultimo a proporre per primo Marco Gasperi (M5S) sottolineando come “il Presidente del Consiglio comunale debba essere un profilo rappresentativo di tutta l’assise”. Sul nome pentastellato ha espresso parere favorevole anche Andrea Lignani Marchesani (Fratelli d’Italia), che ha ricordato come “le prime due presidenze del consiglio, dall’istituzione di questa figura, fossero state ricoperte da esponenti non espressione della maggioranza”, invitando ad una “candidatura condivisa e ad una rosa di proposte su cui anche le minoranza possa valutare“. Di “occasione persa” ha parlato Cesare Sassolini (Forza Italia), in riferimento alla coalizione di governo “che usa la forza dei numeri, ignorando che la legge invita alla condivisione per la presidenza, prevedendo la maggioranza qualificata (due terzi dei voti dell’intero Consiglio, ndr) per la prima votazione”. Marco Gasperi (M5S) ha sostenuto che “l’istituzione deve farsi voce anche di chi non ha votato la maggioranza. Chiedo – ha aggiunto – di non dare seguito alle voci di un accordo precostituito fuori da questa aula e dentro le sedi dei partiti”.

La “collocazione fisica” del Presidente – Stessa linea per Nicola Morini (Tiferno Insieme): “Non è una novità che la maggioranza non ci abbia coinvolto ma d’altronde il presidente a Città di Castello siede con la Giunta e non al livello del Consiglio. E anche questa collocazione fisica è un’anomalia. Chiedo il rispetto integrale del regolamento”. D’accordo con Morini anche Riccardo Augusto Marchetti (Lega Nord), che ha chiesto di “modificare lo scranno del Presidente nel Consiglio, spostandola dalla postazione dove siedono i membri della Giunta”.

Risponde la maggioranza – Gaetano Zucchini (Pd) ha spiegato perché per questa carica è stato presentato Vincenzo Tofanelli, già Presidente della Commissione Affari istituzionali nella passata legislatura, “un organismo di controllo anche dell’operato della Giunta, che ha saputo guidare con grande equilibrio. Riteniamo che abbia le caratteristiche idonee alla presidenza. Fermo restando che la vicepresidenza venga attribuita all’opposizione”. Tofanelli è stato il nome su cui anche il Psi, tramite Vittorio Morani, ha  voluto ribadire la propria convergenza.

Il fairplay istituzionale vorrebbe una condivisione sul presidente – ha detto il sindaco Luciano Bacchetta – ma dobbiamo considerare la persona non il suo schieramento. L’Ufficio di Presidenza rappresenta anche le minoranze e questa composizione è di garanzia. Vincenzo Tofanelli è una persona valida, di grande spessore umano e in buona fede. Il Centrodestra qui invita la maggioranza ad un esercizio di democrazia, che laddove governa non ha praticato. Questa circostanza rende meno incisiva la richiesta delle minoranze”.