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Elettrocarbonium Narni, sciopero e presidio permanente per 112 ore

Le organizzazioni sindacali di Cgil, Cisl e Uil congiuntamente ai lavoratori della Elettrocarboium riuniti in assemblea per  valutare l’attuale fase critica della vertenza in atto, proclamano lo sciopero. Alla vigilia della riunione per la Conferenza dei Servizi, prevista per domani, lavoratori e sindacati hanno deciso all’unanimità di proclamare uno sciopero a partire dalle ore 14,00 di oggi fino alle ore 06,00 di martedì 01 marzo, per un totale di 112 ore consecutive, con un presidio permanente della portineria.

“Tale azione – dicono dalla FILCTEM CGIL, FEMCA CISL,  UILTEC UIL – si è resa necessaria in quanto ad oggi non  volta a riaccendere i riflettori su una vicenda che é molto lontana dalla soluzione prospettata solo pochi mesi fa”.

La nostra redazione si è spinta fino ai cancelli dell’Elettrocarbonium per raccogliere qualche testimonianza: “Dal 19 febbraio sulla vicenda c’è il silenzio assoluto. Siamo in attesa di sviluppi – spiega Francesco Pettorossi Rsu – ma non riusciamo a parlare né con la nuova proprietà né con il liquidatore. Sembra che l’amministratore delegato Monachino avesse in ballo la vendita di alcuni elettrodi ma vista la mancanza di risposte penso che sia saltata. Siamo nell’incertezza totale. 

Sindaco e assessore allo Sviluppo Economico del comune di Narni hanno messo l’anima per cercare di salvare l’azienda che è stata volutamente mandata in rosso. Volevano chiuderla a tutti costi. Stiamo parlando dell’unica azienda italiana che produce elettrodi di grafite. L’Elettrocarbonium è nata nel 1897 e dà lavoro a 70 dipendenti, senza considerare i riflessi occupazionali sull’indotto. Nel corso della storia, quando c’era una domanda di grafite superiore all’offerta, abbiamo toccato picchi di produzione pari a 36mila tonnellate

Dove sono gli aiuti promessi da 16 mesi? Di chi sono le colpe se oggi ci troviamo in questo stato?

È evidente – accusa Pettorossi  – che non tutte le Istituzioni, al di fuori del Comune, hanno svolto il loro ruolo. I lavoratori sono stanchi. Sono due mesi e mezzo che non percepiamo lo stipendio. Stamattina abbiamo deciso di chiedere un confronto con la Marini. Siamo convinti che la Regione deve svolgere il suo compito, anche per il rispetto della nostra dignità”