Cronaca

Dramma a Norcia, gli organi di Emanuele salveranno altre persone

Nessuno potrà far tornare in vita Emanuele, morto in modo assurdo a soli 32 anni. Ma la generosità della sua famiglia permetterà di salvare diverse persone malate grazie alla donazione dei suoi organi. All’ospedale di Terni sono stati infatti espiantati fegato, reni e cornee del giovane nursino ucciso dal pugno di un suo coetaneo, all’alba di domenica Norcia.

A raccontare il gesto di generosità della famiglia è l’azienda ospedaliera di Terni, che spiega come questa mattina è stato eseguito l’espianto degli organi. Emanuele Tiberi era stato trasportato all’ospedale di Terni, da quello di Spoleto, in condizioni gravissime intorno alle 9 di domenica. Nel pomeriggio, a seguito dell’emorragia cerebrale, ne era stato dichiarato il decesso. Solo al termine del periodo di osservazione e degli esami previsti dalle disposizioni di legge per l’accertamento della morte si è potuto procedere all’espianto che è iniziato intorno alle ore 5 di lunedì mattina e terminato intorno alle ore 11. Gli organi espiantati – fegato, reni e cornee – sono  già stati trasferiti nei centri di trapianto di riferimento per dare nuove prospettive di vita ad altre persone.

Ad effettuare gli interventi di prelievo degli organi sono state due equipe sanitarie, una giunta da Roma per il fegato e i reni, mentre l’equipe di oculistica del Santa Maria di Terni ha effettuato il prelievo delle cornee destinate alla banca degli occhi di Fabriano. Grazie alla sensibilità e alla generosità dei genitori del paziente, che hanno espresso il loro consenso all’espianto, altre persone in pericolo di vita o comunque affette da patologie invalidanti riceveranno presto gli organi donati per beneficiare di un importante e non altrimenti realizzabile miglioramento delle loro condizioni di vita.

La salma è ora a disposizione dell’autorità giudiziaria per l’autopsia che sarà effettuata mercoledì dal medico legale, la dottoressa Sara Gioia, per stabilire con esattezza quanto accaduto nella notte tra sabato e domenica. E se quel pugno in faccia datogli da Cristian Salvatori, suo coetaneo da oltre 24 ore recluso al carcere di Spoleto, sia stato la causa diretta della morte o una concausa. In base all’esito dell’esame autoptico ed all’esatta ricostruzione dei fatti tramite le testimonianze raccolte potrebbe cambiare l’accusa per il giovane, al momento accusato di omicidio preterintenzionale.

Tanti in queste ore a Norcia si stanno interrogando su quanto accaduto. Cristian Salvatori viene descritto da molti come un giovane “sopra le righe”. Ed anche il suo ultimo post su Facebook, cinque ore prima di quel pugno che ha distrutto la vita di Emanuele e cambiato per sempre anche la sua, ne è un esempio. Con il 33enne che si vantava di stare “bevendo non responsabilmente“. Non è chiaro se quel commento pubblicato a mezzanotte, velato anche dall’omofobia, possa essere collegato o meno con quanto avvenuto intorno alle 5 del mattino, fuori dal locale subito fuori le mura nursine (che nel frattempo aveva chiuso e che ieri ha annullato una serata in segno di lutto). Di certo questo dramma sta provocando profonde riflessioni nella comunità locale. “Norcia distrutta da chi fomenta odio… l’odio porta solo morte”  è uno dei tanti commenti sui social network a questa assurda tragedia.

Ad intervenire su quanto accaduto in queste ore è anche il sindaco di Norcia Nicola Alemanno.

Nella notte tra sabato e domenica si è consumata a Norcia una terribile tragedia che non ha precedenti nella nostra comunità. L’imponderabile ha certamente avuto un ruolo determinante nello svolgimento dei fatti che non possono non costringerci a considerare molto approfonditamente l’accaduto. Il dolore profondo che ciascuno di noi sta intimamente provando e la frustrazione per non aver potuto fare nullaper evitare l’accaduto, sono certamente i sentimenti più comuni che ho raccolto ieri tra la nostra gente che di tutto aveva bisogna tranne che di piangere un nostro brillante giovane, scomparso in una situazione assurda. Due famiglie, conosciute da tutti noi, vivono oggi con tutti i distinguo del caso una situazione a cui non sarà possibile rassegnarsi. L’unica speranza è che il tempo, solo il tempo, possa aiutare Ernesto, Simonetta, Leonardo, Eleonora, Cesare, Giulia e Lella a ritrovare un po’ di serenità.

Perché tutto ciò non sia accaduto invano spero, auspico, chiedo ai nostri ragazzi di ribellarsi, di non accettare più supinamente di sciupare la propria vita in serate ‘senza senso’.  Sono certo che Emanuele ne sarebbe orgoglioso. Interpretando il sentimento unanime di profondo cordoglio che ha colpito la nostra Comunità il Sindaco e l’Amministrazione Comunale proclameranno il lutto cittadino per il giorno in cui si svolgeranno le esequie.

Tanti gli attestati di cordoglio che in queste ore stanno arrivando ai familiari di di Emanuele, ai genitori ed ai fratelli in primis. Tutti ricordano la bontà d’animo del giovane, che per una decina d’anni si era trasferito in Inghilterra dove lavorava come tecnico del suono e produttore musicale e che poi, due anni fa, con il terremoto che aveva devastato la città di San Benedetto, aveva deciso di tornare a Norcia per aiutare il padre nella sua azienda agricola ed ideare nuove produzioni ed attività, senza abbandonare la musica e l’impegno in Gran Bretagna. Emblematico il ricordo dell’amico Claudio: “Sei stata una delle persone più brillanti della mia generazione, di quelli che riescono sempre a trovare in un attimo la soluzione o un nuovo stimolo per andare avanti. Ora mi piace immaginarti alle prese con una nuova idea che sta prendendo la forma dell’ennesimo progetto che stai per partorire. Perché da uno come te non ci aspettiamo cose senza un significato, da unocome te nessuno si è mai aspettato la parola ‘fine'”.