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Disturbi del neurosviluppo, disagi per 10mila umbri

Stipulare in tempi rapidi convenzioni con centri privati specialistici accreditati per la diagnosi e il trattamento dei disturbi del neurosviluppo”. È quanto propone il consigliere regionale
Sergio De Vincenzi (misto-Umbria Next) annunciando la presentazione di una interrogazione in merito alla Giunta nella quale chiede anche di sapere “quali ulteriori forme di supporto socio-psicologico ed economico si intende fornire alle famiglie di appartenenza, anche per l’eventuale acquisto di sussidi tecnologici”.

“Dalle stime di cui disponiamo – spiega De Vincenzi – solamente nella nostra regione circa 10mila persone, fra minori e adulti, sono direttamente interessate da disturbi del neurosviluppo. Un problema che, se non trattato a un livello multidisciplinare attraverso percorsi diagnostici e terapeutici specifici, comporta un aumento del rischio di dispersione scolastica, formativa e professionale che sfocia nel successivo ‘ritiro sociale’ e nell’esclusione lavorativa. In tal senso, come vice presidente della Terza Commissione consiliare Sanità e Welfare, posso affermare che il disegno di legge regionale numero 1941 ‘Norme in favore delle persone con disturbi del neurosviluppo’, attualmente all’esame della Commissione, ha l’obiettivo di impegnare la Regione Umbria a riconoscere e strutturare interventi adeguati e il più omogenei possibile su tutto il territorio, per rispondere efficacemente alle necessità legate ai disturbi del neurosviluppo. La
difficoltà delle famiglie è determinata dallo scollamento fra servizi sanitari, sociali e il mondo della scuola, che comporta un sovraccarico di richieste di presa in cura di difficile smaltimento per il servizio sanitario regionale”.

Una grave criticità gestionale – prosegue De Vincenzi – che costringe le famiglie a rivolgersi a strutture specialistiche private accreditate dalla Regione, con una consistente ricaduta economica sul bilancio familiare, per ottenere rapidamente delle diagnosi e attivare percorsi terapeutici specifici. Tale condizione mette a rischio il diritto alla salute sancito
dall’articolo 32 della Costituzione, perché l’onerosità delle cure potrebbe escludere una buona fetta di cittadini interessati da tali disturbi. L’accesso alle diagnosi precoci, ma determinanti anche se in età adolescenziale, e i conseguenti percorsi di terapia, sono fondamentali per garantire il massimo e complessivo benessere della persona e possono contribuire a un cambiamento radicale delle prospettive di vita personali. Inoltre rappresentano un investimento, nel breve e nel lungo termine, per l’ottimizzazione economica delle risorse destinate alle politiche di inclusione e sanitarie”.

Per questi motivi – conclude De Vincenzi -, in attesa di una differente strutturazione della rete di intervento socio-sanitario prevista dal disegno di Legge in esame e dal nuovo Piano Sanitario Regionale, chiediamo alla Giunta la possibilità di accordare convenzioni con centri privati già accreditati, e di indicare quali altre forme di sostegno pubblico possano
attivarsi per dare sollievo e migliaia di famiglie già duramente provate, psicologicamente ed economicamente, dai percorsi di cura intrapresi”.