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Di Stefano in aula, la guerra delle cifre | Ricorso di Filippi contro la condanna

Colpi di scena a non finire per il processo relativo all’ex promotore finanziario, con un passato anche da vice sindaco di Norcia, Adriano Di Stefano. Il processo suo carico, che lo vede accusato di truffa aggravata, falsità in scrittura privata e in foglio firmato in bianco, violazioni al testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia e al testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria, è entrato finalmente nel vivo. A causare vari rallentamenti è stato il comportamento anomalo del suo difensore, l’avvocato Roberto Migno del foro di Terni. Che dopo aver chiesto più volte rinvii delle udienze per legittimo impedimento – non accolti dal giudice Delia Anibaldi – aveva rinunciato al mandato difensivo. Salvo poi ripensarci a sorpresa ieri mattina, dopo che il giudice aveva nominato un avvocato d’ufficio per seguire tutto il processo. E così con l’avvocato Migno in aula ieri si è presentato lo stesso Di Stefano – con un’aria dimessa – per confermare il mandato.

La guerra delle cifre – A sostenere l’accusa c’era il procuratore capo Alessandro Cannevale. In aula anche il luogotenente della Finanza che si è occupato delle indagini. Lo stesso che, sentito durante la prima udienza del processo per ripercorrere l’attività investigativa effettuata, ha evidenziato come l’ammontare della truffa, quantificato nel capo d’imputazione in oltre 700mila euro, sarebbe in realtà superiore, ma gli importi documentati sono solo una parte. I tanti risparmiatori (14 le parti civili, più di 30 le parti offese individuate) avrebbero infatti consegnato all’ex broker – radiato dall’Albo dei promotori finanziari dopo l’inchiesta – denaro in contanti, assegni bancari e circolari. Un totale di almeno 2 milioni di euro (circa 6, invece, secondo gli stessi risparmiatori che ieri aspettavano agguerriti fuori l’aula del tribunale il proprio turno per portare la propria testimonianza), solo in parte documentati. Come il caso dell’anziano sentito ieri che da solo, secondo la denuncia, avrebbe consegnato ad Adriano Di Stefano 697mila euro, di cui però non c’è nessun riscontro. E che anzi si è ritrovato, ha detto in aula, conti correnti aperti e chiusi a suo nome senza che ne sapesse nulla e addirittura alcuni soldi (12.000 euro) finiti a finanziare la manifestazione Oro Norcia 2009 a sua insaputa.

Estate nursina 2009 – Proprio il calendario di eventi realizzati dalla Pro loco e dal Comune di Norcia (seguito direttamente dall’ex vice sindaco per delega dell’allora primo cittadino Gianpaolo Stefanelli) e la gestione dei soldi per l’organizzazione rappresenta uno dei filoni dell’inchiesta sul quale sono stati ascoltati la gran parte dei primi testimoni citati. I rappresentanti dell’associazione hanno infatti riferito in aula di come Di Stefano avrebbe consegnato loro dei soldi in contanti per pagare fornitori ed artisti di Oro Norcia. E gli stessi fornitori e artisti hanno comunque confermato di aver avuto contatti con l’ex vice sindaco oltre che con la Pro loco. Quanto ai risparmiatori i cui soldi sono spariti, continueranno ad essere ascoltati durante la prossima udienza, lunedì prossimo.

Gli stralci processuali – Il processo a Di Stefano ha anche altre tre “costole”. Uno solo, quello a Moreno Filippi, è andato sentenza a novembre. Con il giovane ex ristoratore nursino condannato a 3 anni di reclusione per ricettazione (qui le motivazioni della sentenza). La novità delle ultime settimane è che il suo difensore, l’avvocato Aurisicchio, ha presentato ricorso in appello. E’ alle battute finali anche l’altro processo stralcio, che vede imputate 8 persone, tutte accusate di ricettazione, per aver incassato degli assegni di terze persone che sarebbero stati loro forniti dallo stesso Di Stefano. Tra gli imputati ci sono anche il fratello dell’ex promotore finanziario ma anche un noto assicuratore di Spoleto. Domani pomeriggio, davanti al giudice Francesco Salerno, è in programma la discussione delle parti. Infine, un ultimo risparmiatore della Valnerina è al centro di un altro processo-stralcio, sempre per ricettazione, questo però ancora alle battute iniziali.

(Nella foto Adriano Di Stefano intervistato da Giulio Golia delle Iene)