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Da sindaco di Umbertide ad Onorevole a Montecitorio: l'intervista a Giampiero Giulietti

Mirco Diarena

Come tutte le mattine si sveglia presto per recarsi al lavoro ma stavolta non attraversa più Piazza Matteotti fermandosi magari a scambiare quattro chiacchiere con il barbiere Sergio, ma entra direttamente a Montecitorio. Stiamo parlando dell’On Giampiero Giulietti, ex sindaco di Umbertide, che ha raccontato a Tuttoggi.info le emozioni e le aspettative della sua nuova avventura politica e lavorativa.
L’On Giulietti attraverso i social network tiene aggiornati i cittadini su ciò che accade dentro le stanze del Parlamento e proprio attraverso uno di questi nuovi canali comunicativi gli abbiamo chiesto di descriverci meglio cosa succede dentro Montecitorio.
On. Giulietti, lei ha intrapreso questa avventura con molto entusiasmo ma c’è qualcosa del parlamento che l’ha deluso?
“Non direi deluso – ha risposto l’On Giulietti – ma trovandomi in Parlamento, qualche volta, ho la sensazione di essere in una grande piazza dove si discute molto ma spesso ci si ascolta poco”.
Lei fa parte delle commissioni Bilancio, tesoro e programmazione e di quella per le Politiche dell'Unione Europa, quali provvedimenti state portando avanti?

“Il primo provvedimento affrontato e' quello concernente i debiti scaduti della pubblica amministrazione (la conversione in legge del DL 35/2013)”.

In questa nuova avventura la sua lunga esperienza da amministratore (assessore al bilancio prima e poi sindaco) le è stata utile?
“Direi che è stata fondamentale. E' difficile svolgere bene il ruolo di deputati se non si hanno avuto esperienze amministrative importanti. E non c'è dubbio che questo aiuta a comprendere i problemi del Paese e ad individuare soluzioni”.
Lei ormai torna ad Umbertide con il contagocce, c'è qualcuno che la tiene aggiornato sui problemi del territorio?
“Ad Umbertide ci sono più spesso di quello che appare e il rapporto con il mio partito e le istituzioni locali e regionali è costante e proficuo. Dobbiamo essere una compagine che lavora al servizio dei cittadini”.

C'è qualcosa che le manca del “suo” Comune?
“Quattordici anni della propria vita dedicata all'Istituzione comunale – e qui l’onorevole sembra indossare nuovamente la fascia da sindaco – non sono pochi ed è quindi naturale che mi manchino le persone, i dipendenti, quel continuo confronto che mi ha fatto crescere e che, a mio avviso, ha fatto crescere anche la Città, cercando sempre di affrontare le questioni, anche le più spinose, con accuratezza e senza reticenze.
Lei è abituato a fare il capitano o l'allenatore adesso qual'è il suo ruolo nella squadra del Pd e soprattutto che aria si respira?
“Sono uno della grande squadra del Pd – ha risposto – con la mia testa e la mia esperienza. E poi io, a differenza di mio figlio, non ho mai giocato a calcio.
Durante il suo discorso d'addio aveva affermato che una delle cose più belle della professione di sindaco era tornare a casa la sera e sapere di aver fatto qualcosa per la città o per persone in difficoltà. Adesso c'è questo riscontro immediato o il frutto del proprio lavoro si vede solo nel lungo periodo?
“In Parlamento si fanno le leggi e quindi il frutto del proprio lavoro non si vede nell'immediato. Ma fare buone leggi aiuta gli amministratori a fare scelte migliori e i cittadini a vivere meglio. Il vero problema – conclude l’On Giulietti – è che stando a Roma non tutte le sere torno a casa.

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