Economia & Lavoro

Crisi Novelli, Flai Cgil Umbria “Lavoratori sul lastrico, basta giochetti”

“Riteniamo le dichiarazioni della famiglia Novelli abbastanza preoccupanti, la situazione è cristallizzata in un stadio di assoluta pericolosità per il futuro delle maestranze e per le prospettive di ripartenza del gruppo intero”. Ad affermarlo in una nota è Michele Greco, segretario generale della Flai Cgil dell’Umbria, secondo il quale “la viva preoccupazione dei Novelli per il territorio e per i dipendenti mal si concilia con gli stipendi più che dimezzati e con i siti del gruppo completamente affossati, nella più totale incertezza sul futuro”.

Greco ricorda che i lavoratori sono sul lastrico: “Con 500 euro al mese negli ultimi 4 mesi quale dignità possono avere nello svolgere tutti i giorni il proprio lavoro, senza aver mai messo a rischio la continuità del prodotto e degli ordini?”, si chiede il segretario Flai, che aggiunge: “Basta con i giochini, basta ai rilanci giornalieri, si sta giocando sulla pelle delle famiglie nel momento più delicato della vertenza. Noi non tifiamo per nessun imprenditore, ma di certo siamo pronti a lottare per difendere una speranza di successo e di salvadguardia delle oltre 300 famiglie umbre appese a un filo e costrette a subire il valzer del quote del gruppo Novelli”.
Rispetto alle insinuazioni e ai dubbi sollevati sul possibile acquirente, per la Flai questi “andrebbero chiariti in sede istituzionale, davanti al Mise, o portati alle autorità competenti”. “Le nostre informazioni di certo non hanno il timbro della certificazione – continua Greco – ma ci spingono ad approfondire la proposta. Inoltre, di certo presumiamo che il tavolo ministeriale sia di per sé garante di certe prerogative”.
“Da oggi basta giochini – conclude il segretario della Flai umbra – se davvero si ha a cuore il futuro di 300 famiglie umbre e un marchio storico del territorio, la famiglia Novelli passi dalle dichiarazione ai fatti, ci spieghi come pagare gli stipendi per intero per far vivere un Natale dignitoso ai figli dei dipendenti. Oppure passi la mano e dia una nuova speranza alle sorti del gruppo, lasciandoci giocare una nuova partita dopo quella persa da altri negli ultimi anni”.