Orvieto

Crac Popolare di Bari, la Fabi: “Non scaricare la delicata situazione su dipendenti e clienti di Cr Orvieto”

Quali che siano gli scenari che si delineeranno, la Fabi è pronta a tutelare i dipendenti della Cassa di Risparmio di Orvieto, con tutti gli strumenti e in tutte le sedi a sua disposizione“. Usa un termine forte, “macelleria sociale“, la Segreteria regionale del sindacato autonomo dei bancari umbri di fronte agli scenari che si delineano per la Cr Orvieto anche alla luce del commissariamento della controllante Banca Popolare di Bari.

Il rischio temuto dal sindaco dei bancari, infatti, è che la vendita di Cr Orvieto, già prospettata dai commissari della Popolare di Bari, possa scaricare “su dipendenti e clienti” il prezzo di una situazione divenuta delicatissima, proprio a causa della bufera che ha coinvolto la controllante.

La Fabi regionale e aziendale – scrive in una nota il sindacato – segue con attenzione e continuità gli sviluppi che riguardano la Cassa di Risparmio di Orvieto, in seguito alla crisi della Banca Popolare di Bari culminata negli arresti domiciliari degli ex vertici della BpB“.

I rischi per i dipendenti e gli appelli alle Istituzioni locali

Come è noto l’istituto umbro è detenuto per il 73,57% dalla banca pugliese. “E, considerate le recenti vicissitudini – prosegue la Fabi – le nostre preoccupazioni si concentrano sulla tutela dei livelli occupazionali, le garanzie e i diritti dei dipendenti della CRO e la salvaguardia dei servizi e del valore intrinseco che la CRO rappresenta per la comunità orvietana e regionale tutta“.

Da qui la sensibilizzazione delle Istituzioni locali, regionali e di categoria “affinché svolgano la loro parte, per il futuro della Cassa di Risparmio di Orvieto“.

I risparmiatori umbri

Contemporaneamente le associazioni dei consumatori seguono la situazione dei risparmiatori umbri, soprattutto nell’area del Ternano, che attraverso gli sportelli di Cr Orvieto (banca sana, che non è stata commissariata come la sua controllante) hanno acquistato titoli della Banca Popolare di Orvieto e che ora rischiano di perdere i soldi investiti.