Categorie: Dolce vita Spoleto

CLUB DEI PIACERI: SOSTANZA E SPIRITO NEI VINI DI JOSKO GRAVNER

E'strano notare come un vino possa condizionare e caratterizzare fortemente una serata, ma se quel vino, o meglio, quei vini, sono il Breg ed il Ribolla Gialla di Josko Gravner allora tutto si spiega.

Venerdì, al ristorante Il Capanno di Torrecola, il Club dei Piaceri ha incontrato i prodotti del contadino di Oslavia.

Perfetta la sala allestita e diretta da Mauro, eccezionali il fois gras ed il cervo con marmellata di lamponi e polenta di roveia preparati da Cristina e dal suo staff.

Un menu elegante ed allo stesso tempo semplice e legato alla tradizione, in perfetta sintonia con la filosofia di JosKo Gravner.

Il Viticoltore che, al culmine del successo, e del guadagno, ha dato una improvvisa e decisa sterzata alla sua produzione, improntandola ad una filosofia del coltivare tanto semplice quanto geniale.

La terra, la natura, la vite, questi i soli ingredienti dei vini di Gravner, che lascia la Grande Madre libera di sviluppare le sue creature, dando vita a prodotti dalla personalità spiccata, dai caratteri unici, dalle soggettività irripetibili.

Vini che o si amano o si odiano, ma venerdì sera unanime è stato l'apprezzamento dei commensali che hanno trascorso una serata senza uguali guidati da Filippo Polidori, giovanissimo responsabile della comunicazione e, soprattutto, amico di Josko, il quale ha raccontato il pensiero ed il lavoro di Gravner; in realtà, ha anche “spiato” le persone che partecipavano alla serata, perché Gravner ha la curiosità di sapere che tipi sono quelli che amano il suo vino.

Questa volta la compagnia era quantomai eterogenea, professionisti, artigiani, imprenditori, impiegati, da Spoleto, Terni, Perugia, Roma, e pensiamo che Josko potrebbe essere soddisfatto di come la serata è trascorsa: non è stata stucchevole ed accademica ma non è nemmeno stata superficiale, trascorsa tra degustazioni conviviali equilibratamente unite ad informazione, cultura e piacevoli letture tratte dalla raccolta di interviste e commenti intitolata “Oltre il confine”.

Tutti i commensali hanno detto la loro, intervenendo per condividere le proprie impressioni: la sintesi potrebbe essere che i vini di Gravner sono come un brano musicale, forse difficile al primo ascolto, una musica che va ascoltata più volte ed ogni volta da sensazioni più profonde.

Una musica che certi giorni si ha voglia di ascoltare da soli e che certi altri si vuole ballare in compagnia; note spogliate del superfluo che giungono lungo un percorso alla fine del quale si scopre di essere tornati a quelle radici di semplicità da cui si era partiti.

E la riflessione che i soci del Club dei Piaceri volevano proporre era proprio questa: i metodi semplici, l'andare alla radice essenziale delle cose, il cercare la sostanza e lo spirito in ciò che si fa, nel 2010 ha ancora senso? Può avere valore anche in altri settori e lavori?

Venerdì la risposta e stata: “SI”, la discussione è ancora aperta.