Città di Castello

“Chiudere il Festival delle Nazioni o rinnovarne i vertici”, la provocazione di Bucci

Chiudere il Festival delle Nazioni oppure rilanciare la manifestazione in maniera radicale partendo dal rinnovo totale dei vertici affidando la guida e la gestione ‘a soggetti di chiara e incontestabile fama sotto il profilo artistico nonché sul piano organizzative e promozionale’

E’ quanto richiesto dal consigliere comunale di ‘Castello Cambia’ Vincenzo Bucci, in una interrogazione rivolta a sindaco, presidente del consiglio comunale e assessore alla cultura. “Premesso che il Festival da anni ormai non attira pubblico sufficiente, non produce rassegna stampa di qualche risonanza, è sottoposto a drastici tagli dal F.U.S (Fondo Unico Spettacolo), non produce indotto alcuno al punto che nei giorni di svolgimento della manifestazione le strutture alberghiere non registrano alcun incremento, che addirittura alcuni esercizi e ristoranti chiudono per ferie nel suddetto periodo, con l’incremento turistico che resta una chimera, non giova in alcun modo all’immagine della città, un tempo proiettata a livello internazionale e ora ridotta a malapena agli angusti limiti regionali”.

Il Festival delle Nazioni non dà luogo ad alcuna visibilità mediatica per Città di Castello, mancando da tempo immemorabile di prime, esclusive e produzioni proprie, cioè delle componenti essenziali per le quali un Festival possa essere considerato tale e non una delle mille rassegne generiche. Esso non riesce a creare un reale coinvolgimento della città che nemmeno più esprime una stagione musicale invernale, altrimenti trait d’union naturale tra un’edizione e l’altra della kermesse, non interessa imprenditori e privati comprensibilmente attratti soltanto da realtà in grado di realizzare un’autentica proiezione esterna del territorio

Nell’interrogazione Bucci chiede infine, “se non si ritenga doveroso giungere alla chiusura del Festival nella prospettiva che, in tali condizioni, il 50° anniversario dell’anno prossimo, lungi dal costituire un momento di valorizzazione della città, rappresenti invece un elemento controproducente nel raffronto con il passato della manifestazione e nel paragone con il Festiva dei Due Mondi e di Umbria Jazz, o se, in alternativa, non si ritenga di procedere a resettare radicalmente l’esistente nell’ottica di un rilancio reale e globale della manifestazione, a partire dal rinnovo totale dei vertici”.