Categorie: Economia & Lavoro Terni

Cgil Terni: un incontro per analizzare i dati della crisi economica

Per affrontare la crisi bisogna prima di tutto conoscerla. Nasce da questo assunto l'iniziativa organizzata oggi dalla Cgil di Terni che ha chiamato a raccolta presso i locali della Scuola Edile tutte le categorie del settore manifatturiero, per delineare un quadro sullo stato di comparti strategici come quello metalmeccanico, quello chimico, quello alimentare, quello dei trasporti e quello delle costruzioni. “Il quadro che ci troviamo davanti è drammatico – ha detto in apertura Alessandro Rampiconi, della segreteria provinciale Cgil – infatti, anche se assistiamo in generale ad un rallentamento della crescita della cassa integrazione a livello provinciale nei primi 5 mesi dell'anno (che comunque aumenta complessivamente del 6% rispetto al 2011), notiamo un forte aumento di quella straordinaria, utilizzata per le ristrutturazioni, e soprattutto registriamo una vera e propria moria di imprese sul territorio.” Nel 2011 e nel primo trimestre 2012, dicono i dati della Camera di commercio ripresi dalla Cgil, le nuove imprese nate a livello provinciale sono state 1829, mentre le cessazioni sono state 2290, con un saldo negativo di 461 imprese. “Ecco perché, probabilmente, notiamo un rallentamento nelle richieste di cassa integrazione – ha commentato Rampiconi – semplicemente, sono di meno le imprese che possono richiederla.” Da segnalare la particolare criticità del territorio orvietano, dove nel 2011 il saldo tra iscrizioni e cessazioni è stato di -66, ovvero quasi un terzo dell'intero saldo negativo provinciale. Altrettanto allarmanti le testimonianze delle varie categorie: dal polo chimico, al settore energia, passando per l'industria alimentare e quella tessile, il settore dei trasporti, senza naturalmente dimenticare l'edilizia che dal 2009 ad oggi ha visto un calo di occupati di oltre 2.300 unità. Centrale per il futuro non solo di Terni ma di tutta l'Umbria, resta poi naturalmente il settore siderurgico: le acciaierie da sole producono il 25% del Pil regionale, come ha ricordato Claudio Cippola, segretario generale della Fiom. “Abbiamo sentito il bisogno di organizzare questa iniziativa – ha spiegato Attilio Romanelli, segretario generale della Cgil di Terni – perché è fondamentale avere ben presente quale è il vero quadro della situazione che siamo tutti chiamati ad affrontare. Noi crediamo che la gravità della crisi imponga una riflessione collettiva e complessiva, ricostruendo l'insieme di una vertenza umbra e ternana.” Una esigenza che, ha sottolineato Romanelli, diventa ancora più urgente anche alla luce della riforma del lavoro varata dal Governo Monti e dal ministro Fornero, che riduce drasticamente la copertura degli ammortizzatori sociali. “Ci chiediamo – ha detto il segretario della Cgil di Terni – con una crisi di questa entità e che non accenna minimamente ad allentare la presa, come si gestirà la riduzione degli ammortizzatori sociali.” “Spesso i lavoratori in giro per l'Italia mi chiedono: ma quando finirà la crisi? La risposta più corretta da dare è che non è mica detto che finirà”, ha osservato nel suo intervento conclusivo Danilo Barbi, della segreteria nazionale Cgil. “Il problema – ha spiegato il segretario nazionale – è che se gli Stati, le famiglie e le imprese spendono sempre meno, la crisi non può che aggravarsi, perché si riduce la domanda, si riducono i consumi e si riduce il lavoro.” Ma la risposta a questa situazione non può che venire dagli Stati, ha detto Barbi, ed ecco perché, accanto ai giusti sforzi che vanno messi in atto sui territori, serve una svolta della politica economica globale.