Istituzioni

Centri per l’impiego e mercato del lavoro, si discute del disegno di legge umbro

Prosegue a Palazzo Cesaroni l’analisi del disegno di legge della Giunta regionale sul “Sistema integrato del mercato del lavoro”. Le Commissioni Prima e Terza hanno discusso questa mattina di quanto emerso durante l’audizione con le categorie (qui il resoconto) e delle osservazioni avanzata dagli uffici e dai consiglieri, in particolare per quanto riguarda la nuova Agenzia regionale per le politiche attive del lavoro e la futura articolazione dei Centri per l’impiego.

I presidenti Andrea Smacchi e Attilio Solinas hanno previsto di avviare mercoledì 22 novembre l’esame dell’articolato e degli eventuali emendamenti che verranno presentati, unitamente alle proposte di modifica che sindacati, associazioni di categoria e parti sociali invieranno alle Commissioni. In seguito a quanto emerso dal confronto odierno con il direttore regionale Luigi Rossetti e con i funzionari della Giunta che hanno curato la stesura del disegno di legge è stato anche annunciato che verrà convocata una seduta congiunta delle due Commissioni dedicata all’analisi degli effetti della riforma delle Province sulle politiche per il lavoro, ai risultati delle politiche attive del lavoro in Umbria, al sistema della formazione, all’azione dei Centri per l’impiego di Perugia e Terni, al progetto Garanzia giovani (che ha visto registrarsi in Umbria circa 3mila giovani, dei 22mila totali, provenienti da altre regioni) e all’apprendistato (per il quale a breve verrà emanato un bando regionale, il primo dopo circa 3 anni).


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Uno dei punti nodali della riforma è rappresentato dall’istituzione della Agenzia regionale per il lavoro che, è stato spiegato durante i lavori, porterà alla stabilizzazione del personale precario dei Centri per l’impiego, che sarà consentita grazie agli stanziamenti che il Governo, attraverso la legge di Stabilità, destinerà alle Regioni per questa finalità. La nuova struttura avrà il compito di dare seguito ad una completa riorganizzazione del sistema, che sarà strutturato su base regionale e non più provinciale.