Perugia

Caso Menenti, rimpallo di responsabilità nella giustizia che non funziona AGGIORNAMENTI

Secondo quanto riferisce l’Ansa, che cita fonti giudiziarie, dovrebbero arrivare martedì alla cancelleria della Corte di Cassazione le carte del ricorso presentato da Riccardo Menenti. Una notizia che arriva all’indomani della nota diffusa dalla Cassazione che precisava di non aver ancora ricevuto il ricorso dei legali dell’uomo condannato in Appello all’ergastolo per l’omicidio di Alessandro Polizzi. Fascicolo che nel frattempo da Firenze sarebbe stato inviato in Cassazione. Con la Suprema Corte pronta, una volta ricevuto, a fissare l’udienza.

Una notizia che è arrivata mentre in Cassazione c’erano gli ispettori inviati dal ministro Bonafede.

(Aggiornamento ore 15.15)

Rimpallo di responsabilità, nella giustizia italiana che non funziona, sulle modalità che hanno portato alla scarcerazione, per decorrenza dei termini preventivi, di Riccardo Menenti, già condannato in Appello all’ergastolo per l’omicidio di Alessandro Polizzi,

In attesa che gli ispettori ministeriali, mandati dal ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, facciano luce sulla vicenda, dopo la manifestazione a Roma dei familiari di Alessandro Polizzi che chiedono giustizia, e soprattutto di fronte al clamore che il caso ha suscitato, la Corte di Cassazione non ci sta ad essere indicata come responsabile di un provvedimento paradossale, com’è appunto la scarcerazione di un detenuto condannato all’ergastolo in primo grado grado e in Appello.

La Suprema Corte è stata costretta a diramare una nota in cui puntualizza di non aver ancora ricevuto alcun ricorso dell’imputato. E che quindi la scarcerazione per decorrenza dei termini non può essere imputata al ritardo nella fissazione dell’udienza da parte della stessa Cassazione.

“La Corte di Cassazione – si legge ancora nella nota – provvederà all’immediata fissazione del processo non appena saranno trasmessi il ricorso e i relativi atti della cancelleria”.

I giudici della Corte di Assisi di Firenze, nella sentenza del 19 giugno scorso, avevano indicato nel 10 gennaio il termine per la scadenza della custodia cautelare di Riccardo Menenti (che era recluso nel carcere di Terni) qualora nel frattempo non fosse intervenuta una sentenza definitiva.

Gli avvocati difensori di Riccardo Menenti intendono chiedere il riconoscimento delle attenuanti generiche.

Attende in libertà il giudizio della Cassazione anche Valerio Menenti, il figlio di Valerio, condannato a 16 anni e mezzo di reclusione per concorso in omicidio. Secondo quanto stabilito in Appello, infatti, la spedizione punitiva che portò Riccardo Menenti ad uccidere Alessandro Polizzi ed a ferire la fidanzata Julia era stata decisa dopo il pestaggio del figlio Valerio (ex fidanzato della ragazza) costretto in ospedale.