Cronaca

Casa Ancarano, scontro in aula sui testimoni | Sarà ascoltato Capo protezione civile nazionale

Scontro in aula tra accusa e difesa questa mattina al Tribunale di Spoleto nell’ambito del processo relativo a “Casa Ancarano”, la struttura polifunzionale che la Pro loco dell’omonima frazione nursina stava realizzando grazie a tante donazioni arrivate da tutta Italia in seguito al terremoto del 2016 che ha distrutto Ancarano.

Imputati sono il sindaco di Norcia, Nicola Alemanno, che aveva firmato l’ordinanza valevole come titolo edilizio richiamando le normative emergenziali post sisma, il direttore dei lavori Riccardo Tacconi e il presidente della Pro loco di Ancarano Venanzo Santucci (a difenderli oggi gli avvocati Luisa Di Curzio, David Brunelli, Valerio Petrangeli). Tutti sono accusati di aver realizzato l’opera senza permesso a costruire ed in violazione della normativa ambientale. Il cantiere di Casa Ancarano, infatti, sorge all’interno del Parco nazionale dei monti Sibillini in una zona dove non sono ammesse nuove edificazioni, né sarebbe applicabile – questa la tesi dell’accusa (rappresentata oggi in aula dal pm Patrizia Mattei) – la normativa emergenziale.


Casa Ancarano, udienza slitta ottobre ma aumentano le accuse


Il giudice Padula oggi ha dichiarato aperto il procedimento, dopo due udienze a vuoto, ammettendo le prove documentali e le liste dei testimoni. Ma a scatenare la battaglia tra le parti è stata la richiesta dell’avvocato Brunelli di ascoltare come testi l’attuale Capo dipartimento della protezione civile nazionale Angelo Borrelli ed il suo predecessore Fabrizio Curcio. Una richiesta a cui si è opposta il pm, secondo la quale si tratta di due figure “aventi una rilevanza nazionale, che non hanno una rilevanza specifica né in riferimento all’iter autorizzativo né con gli atti di esecuzione di cui al presente procedimento né con la realizzazione dell’opera”. Citando quindi sentenze delle Cassazione, il sostituto procuratore ha osservato anche come nella richiesta di ammissione dei testimoni non veniva motivato lo scopo della loro audizione. “Sarebbe una prova al buio – ha proseguito – in quanto non si comprende che cosa questo giudizio e le difese possano chiedere a questi due testi con un ruolo istituzionale nazionale, se non la ratio legis delle normative di cui sono firmatari. A questo punto io per assurdo potrei chiedere di sentire il ministro dell’Ambiente che con proprio decreto ha inserito questa area all’interno del Parco nazionale dei monti Sibillini”.

Un’opposizione di fatto accolta dal giudice, che non ha ammesso l’ex capo Prociv Fabrizio Curcio, firmatario delle ordinanze di protezione civile al centro della vicenda giudiziaria e di altri atti con valutazioni inerenti all’intervento. Sarà invece ascoltato in aula l’attuale capo dipartimento, Angelo Borrelli, “non avendo il Tribunale allo stato elementi per escludere la rilevanza della sua deposizione, sui fatti di cui all’imputazione”. Si tornerà quindi in aula per ascoltare i tre testimoni dell’accusa, gli operatori di polizia giudiziaria che si sono occupati delle indagini, il 5 febbraio 2019. Bisognerà attendere altre udienze poi per sentire i testi delle difese, altri 8 tra cui appunto Borrelli ed un consulente della difesa.

Intanto ancora tutto tace sulla vicenda analoga che riguarda il Centro Boeri di Norcia (indagati in quel caso il sindaco Alemanno e l’archistar Stefano Boeri), con la Cassazione che luglio aveva rinviato gli atti al gip annullando l’ordinanza di sequestro. Ma le motivazioni della sentenza della Suprema corte non sono state ancora depositate e quindi tutto rimane fermo e la struttura tuttora con i sigilli. Per questo gli avvocati Luisa Di Curzio e Massimo Marcucci in questi giorni hanno depositato un’istanza per sollecitare il deposito delle motivazioni.

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