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Carabiniere ucciso, procura chiede giudizio immediato: processo ad un passo per Armeni

Il pubblico ministero Michela Petrini ha inoltrato oggi (19 novembre) al Gip di Spoleto la richiesta di giudizio con rito immediato “cautelare” nei confronti di Emanuele Armeni, il carabiniere in carcere dal 16 luglio scorso con l’accusa di omicidio volontario e premeditato del collega Emanuele Lucentini. Il processo potrebbe essere ad un passo quindi, senza nemmeno passare dall’udienza preliminare, ma solo nel caso in cui il giudice  ravvisi tutti i presupposti per procedere con questo iter giudiziario.

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Tra i requisiti necessari per ricorrere a questo procedimento speciale ci sono l’evidenza della prova e il fatto che la persona sottoposta alle indagini sia stata interrogata sui fatti dai quali emerge l’evidenza della prova appunto. Elementi da valutare perchè sebbene la difesa dell’indagato sostenga la tesi di un drammatico avvenimento accidentale, resta il fatto che comunque l’Armeni ha già ammesso che il colpo mortale è partito dall’arma che lui stesso aveva in mano. Se accidentalmente, o volontariamente, e con o senza premeditazione, a questo punto dovrà essere un giudice a stabilirlo.

Il giudizio immediato cautelare che si applica quando l’indagato si trova già sottoposto a custodia cautelare (Armeni è detenuto da 4 mesi), va richiesto entro 180 giorni dall’esecuzione del provvedimento di custodia (che in questo caso scadrebbero a gennaio), purché sia definito il procedimento di riesame (la sentenza è stata formulata). E i tempi quindi ci sarebbero.

Intanto il 19 gennaio la Cassazione ha fissato la data dell’udienza per il ricorso presentato dalla difesa dell’Armeni per impugnare la decisione del Tribunale del riesame che si è espresso contro la richiesta di scarcerazione del carabiniere. Sarà quindi la I sezione della Corte suprema a decidere sulla legittimità della decisione del Riesame di lasciare in carcere Armeni.

La certezza al momento è che il 16 maggio scorso Lucentini è morto nel piazzale della caserma di Foligno per un colpo di mitraglietta d’ordinanza che gli ha trapassato la testa con una traiettoria “troppo orizzontale”, secondo la perizia balistica degli esperti ingaggiati dalla procura, rispetto alla dinamica dell’incidente che l’indagato ha descritto sull’accaduto. E proprio ad uno scontro tra perizie balistiche si starebbe preparando la difesa dell’Armeni, attivando propri consulenti per replicare a quelli della procura.

La richiesta del pm darebbe così una fortissima accelerata al processo che potrebbe tenersi in pochi mesi, ma quali opzioni potrà percorrere la difesa? Su questo punto è l’avvocato Zaccaria a rispondere: “Valuteremo con i nostri consulenti l’opportunità o meno di procedere con rito immediato cautelare e se sussistono gli elementi (che porterebbero l’imputato direttamente davanti alla Corte d’Assise di Terni, ndr), oppure di richiedere il rito abbreviato (con un processo che si consumerebbe davanti al Gup con lo sconto di un terzo della pena in caso di condanna, e con la possibilità di richiedere l’acquisizione di elementi proposti dalla difesa con il rito abbreviato condizionato, ndr)”.