Categorie: Economia & Lavoro Perugia

Bilancio comune di Perugia 2012, i sindacati “bene welfare e fondo affitti ma no all'Imu”

I lavoratori aderenti alle sigle sindacali della funzione pubblica hanno espresso oggi approvazione per il bilancio di previsione del Comune di Perugia, in particolare sulla scelta di mantenere invariati i fondi destinati al welfare comunale, con particolare merito al ripristino del fondo affitti.

“I sindacati Cgil, Cisl e Uil di Perugia, insieme alle categorie dei pensionati, Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil e a quelle dei lavoratori pubblici, Fp Cgil, Fp Cisl e Fpl Uil, apprezzano lo sforzo compiuto dall'amministrazione comunale di Perugia che, nonostante i pensati tagli delle manovre del 2011, sia del Governo Berlusconi che di quello Monti, ha deciso di mantenere lo stesso livello di risorse per i servizi e il welfare comunale nel bilancio di previsione 2012, dimostrando particolare attenzione alle problematiche dell'assistenza agli anziani e ai non autosufficienti, così come ai servizi educativi e per l'infanzia”, hanno scritto oggi i sindacati.

“Cgil, Cisl e Uil giudicano positivamente anche la scelta di ripristinare il fondo affitti per le categorie più svantaggiate (cassaintegrati, disoccupati, pensionati a basso reddito, etc.), la conferma della fascia di esenzione per l'addizionale Irpef a 12.500 euro e le esenzioni per la Tia in base alle fasce Isee, così come l'impegno per la prosecuzione di una dura lotta all'evasione fiscale e al sommerso.

Importante anche lo sforzo sul versante degli investimenti pubblici, che, in questa fase di pesante crisi, potranno determinare ricadute positive in termini occupazionali.

Infine, i sindacati ritengono una scelta condivisibile quella di non introdurre negli anni 2012-2014 l'imposta di scopo prevista (la cosiddetta Imu bis) in materia di federalismo fiscale per finanziare progetti e investimenti.

C'è però una pesante criticità che i sindacati confederali e le categorie denunciano con forza: l'applicazione dell'Imu, così come annunciata, è del tutto insostenibile. Cgil, Cisl e Uil, ritengono infatti che, in primo luogo, sarebbe necessario mantenere l'aliquota il più possibile vicina ai parametri fissati dalla normativa nazionale (0,4 prima casa e 0,76 per gli altri immobili) e comunque ritengono che su questo versante debba essere introdotta una forte progressività, anche sperimentando metodi e tecniche diverse.

Ad esempio: incrocio tra valore dell’immobile e reddito del proprietario per la esenzione o forte riduzione, anche in termini di franchigia, per la prima casa; esenzione o forte riduzione della imposizione per immobili per la seconda casa, entro un certo tetto di rendita catastale e/o tipologia, se abitata da parenti fino al secondo o terzo grado, come figli o nipoti, con redditi anch’essi entro un certo tetto; compensazione con un inasprimento delle aliquote per immobili di lusso i cui proprietari o abitanti risultassero titolari di redditi alti; aumento della imposizione per le abitazioni successive alla seconda.

Sono solo esempi, precisano i sindacati, di quello che si potrebbe fare per connotare con un po’ più di equità e rispetto per le fasce più deboli la manovra, laddove la volontà politica volesse dare “un segnale di discontinuità con un recentissimo, nefasto passato”.

Cgil, Cisl e Uil, insieme alle categorie dei pensionati e dei lavoratori pubblici, chiedono infine, al presidente dell'Anci, nonché sindaco di Perugia, Wladimiro Boccali, il massimo impegno nei confronti del Governo e del Parlamento, nel quadro della mobilitazione annunciata dall'Anci nazionale, affinché l'Imu sia modificata introducendo elementi di equità e di giustizia sociale.

In particolare le Organizzazioni Sindacali invitano l’Amministrazione Comunale a riflettere sulla possibilità che le risorse che si intende acquisire dall’Imu possano, almeno in parte, derivare da altre poste di bilancio, al fine di alleggerire la pressione sugli utenti più deboli, soprattutto con riferimento alla prima casa.